mercoledì 30 gennaio 2013

Poi viene il giorno / 17

Poi viene il giorno dell'assenza.

Ci sono assenze che mancano e assenze che liberano.
In entrambi i casi c'è da superare un fastidio, una noia, un pensiero che disturba.

Perché all'improvviso ti manca una persona?
Un suono, un odore, un gesto e l'assenza diventa presenza. Si materializzano ricordi, malinconia, tristezza anche. E l'umore cambia.

E perché altre volte la sola idea di una persona ti fa provare claustrofobia?
Ti rendi conto da un suono, un gesto, una parola che la presenza di quel qualcuno sarebbe motivo di ansia. E comunque, anche in questo caso l'assenza diventa presenza. Una presenza ingombrante, pesante. E l'umore cambia.

Oggi il mio umore è cambiato più volte...l'assenza con cui ho dovuto combattere è stata del secondo tipo. Irritante.

Per più di mille motivi, io stasera avrei dovuto essere altrove.
Oggi avrei dovuto ricevere una frase, una telefonata, un biglietto.
Avrei meritato un pensiero.  Mi era quantomeno dovuto.
E invece assenza.
Un'assenza che racconta tanto egocentrismo da aprirmi gli occhi sul nulla.
Già, il nulla, la nullità.
E questo gran nulla tanto era cresciuto da amarezza e delusione che si è inghiottito l'assenza.
E finalmente sono libera da sentimenti e risentimenti.

Io, che mi riconosco per lo meno qualche miliardo di difetti, sono felice per aver pensato che avrei dato un garbo diverso a tutto quanto.
Sbagliando magari, ma non brillando per tanta inutilità.
Amen.

martedì 29 gennaio 2013

RIFLESSIONI 46 / il prima, l'ora, il poi e la pioggia

C'è un momento in cui tutto ti sembra perfetto. In genere è davvero un momento. E per quanto felice, quel momento diventa importante solo dopo, quando ci ripensi, quando è passato, quando è un ricordo. È nel "poi" che si amplifica la felicità e tu riesci a sentirne l'odore, a vederne i contorni, a toccarla con le mani, a riconoscerla. E sai che quando ripasserà la riconoscerai, magari ne saprai di più. E sai che non potrai contentarti di niente di meno che quello.

C'è un momento in cui impercettibilmente qualcosa si ferma. Lì per lì senti di andare, ti senti in viaggio, in moto, ma poi ti guardi intorno e il panorama ti annoia, non cambia mai, anzi è sempre lo stesso. Ti accorgi che non vai. Ti accorgi che "corri sul posto", come a scuola, quando facevi riscaldamento nella palestra troppo piccola e claustrofobica per correre davvero.  È in quel poi che sentì la fatica inutile del non andare in nessun posto. Magari ti siedi per un po' e pensi a come ripartire.

C'è un momento in cui anche nel tuo muro più solido una piccola venatura si allarga, diventa crepa, talvolta voragine. Lì qualcosa si rompe davvero. E per quanto con ogni forza tu cerchi di rimettere insieme ogni frammento sai già che non tornerà come prima. Ma non ti rassegni e caparbiamente lotti per tenere insieme i pezzi. Ti metti il vestito più bello e più adatto a mascherare il danno, il trucco che toglie le ammaccature, attacchi i manifesti e fai una gran pubblicità al grido di "non è successo niente". Ma prima o poi, quella crepa riaffiora da sotto ogni diavoleria di stucco, e si sa... non regge.
È in quel poi che devi accettare la resa, il cambiamento.

Il "poi" non è un male. Serve a capire. Basta non farne elegia. Basta non farne rifugio.
Nel qui e ora sta la vita. 
Nel poi c'è la nostra piccola grande storia vissuta e c'è il suo senso. 
nel poi c'è quello che abbiamo imparato o che dobbiamo ancora imparare, per accogliere al meglio ciò che verrà.

Tutto serve. Serve il prima, l'adesso, il dopo.
Serve il tempo che scorre a caso e che ci plasma. E serve che noi sappiamo accogliere le sorprese del tempo come opportunità e sfida  per imparare ad essere ciò che si è.
Passo dopo passo, errore dopo errore, felicità dopo felicità, traguardo dopo traguardo, delusione dopo delusione.

A questo pensavo oggi mentre pioveva ed ero morta di freddo.
Ho visto due ragazzi correre sotto la pioggia e ridere.
E mi è sembrato che, nonostante sapessi già tutte queste cose, suonassero proprio nuove. 

Mi è sembrato di fare una grande scoperta, mi sono sentita priva di ogni certezza e inaspettatamente libera. 
Ho chiuso l'ombrello e son rientrata a casa sotto la pioggia. Camminando piano.
C'è tempo.




C'è tempo, Ivano Fossati




lunedì 28 gennaio 2013

Per l'anima / 22

Un incontro inatteso

Siamo molto cortesi l'uno con l'altro,
diciamo che è bello incontrarsi dopo anni.

Le nostre tigri bevono latte.
nostri sparvieri vanno a piedi.
I nostri squali affogano nell'acqua.
I nostri lupi sbadigliano alla gabbia aperta

Le nostre vipere si sono scrollate di dosso i lampi,
le scimmie gli slanci, i pavoni le penne.
I pipistrelli già da tanto sono volati via dai nostri capelli.

Ci fermiamo a metà della frase,
senza scampo sorridenti.
La nostra gente
non sa parlarsi.

Wislawa Szymborska






siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nella testa e il cuore di simboli pieno 
(Francesco Guccini)



domenica 27 gennaio 2013

CONSIGLI NECESSARI 2.0

Tocca di ripetermi...

Piccolo post rivolto a coloro che leggono, si allarmano e mettono in allarme altre persone.
I fatti e i personaggi narrati in queste righe virtuali sono di pura fantasia e raramente parlo di me.
Ogni riferimento alla realtà è puramente casuale. 
Quando invece ciò che viene scritto nasce dalla realtà o dal vissuto, chi lo deve sapere LO SA e in genere lo sa prima di vedersi o riconoscersi pubblicato qui.

Detto questo, mi sento molto onorata di avere così tanti attenti, insospettabili e inaspettati lettori che addirittura si preoccupano di avvisare gli amici affinché non vada perduto neppure uno di questi post.
Vi ringrazio. Di cuore. 
Il mio ego ne esce molto compiaciuto.

giovedì 24 gennaio 2013

CONSIGLI NON RICHIESTI /12 parti in commedia

Diffidare da chi sorride per "contratto", da chi si preoccupa per "contratto", da chi fa l'amico a singhiozzo.
Diffidare da chi vi mette in difficoltà emotiva: se venite sorpresi in un momento di debolezza, se qualcuno fa leva sui vostri "punti deboli", se c'è chi abilmente lavora sui "ricatti morali" che possono mettervi in crisi: voi fermatevi e riflettete.
Riflettete su chi vi sta davanti e da quale pulpito viene la predica.
Poi saprete come, cosa, perché. Saprete quel che c'è da fare e c'è da dire.

Sembrano una summa di banalità, ma repetita iuvant.
Almeno per me.

Ho imparato a recitare la parte che richiede la commedia di turno.
E ormai, costi quel che costi, non ci cado più così facilmente. Lo si sappia. 

sabato 19 gennaio 2013

Post-it / 20 anniversari

Ho uno strano rapporto con gli anniversari.
Alcuni li dimentico anche se importantissimi, altri lì ricordo seppure irrilevanti.
Questa notte è l'anniversario di un quadretto personale.
Un quadretto di nessun valore, mal dipinto che avevo curato e conservato con cura e che all'improvviso si staccò dal muro.
Accadeva un anno fa. Me lo ricordo come fosse ora. Ed è una strana, buffissima sensazione fisica.
Forse fu con malinconia che allora accettai, ma fu una fortuna.
Un bel passo deciso in avanti, verso me.

Post- it: ricordarsi di comprare il pane, di ridere, di chiamare gli amici, di pagare le bollette.
Ma soprattutto ricordarsi che ogni giorno è l'anniversario del proprio benessere. E, meglio ancora, della propria felicità.

martedì 15 gennaio 2013

***queste l'ho già sentite dire (difetti)

-Tizio come sta? Non lo senti più sei volte al giorno?
-Boh, è un secolo che non lo sento...

E ti si stringe il cuore, perché la domanda, proprio quella, non la volevi.


-Sai che la tale mi ha detto male di te. Dice che è meglio se non mi fido.
-Beh, si vede da lontano che non mi sopporta. Purtroppo con il mio vivere, le ricordo di continuo che dovrebbe guadagnarsi quello che fa.

Pazienza


-Ti ricordi quella stanza dove passammo delle belle ore?
-Si, ricordo. Ci sono dentro. Ci sto pure bene. Ma ci sto meglio senza te.

Perché, si, adesso penso che quel tempo fu donato a chi proprio  non lo meritava.


-Sai che quella ti ha detto una bugia?
-Si lo so bene è così stupida che non sa neppure dire bugie.
-E fidati poco anche di quell'altro, perché sapeva tutto e le tiene di balla.
-Pensa che novità!

Però che delusione a livello umano. Ma questi, che spdividono parte della loro giornata e vita con te, si rendono conto alla fine di non valere un cazzo?  


-Sai che la mia ragazza è gelosa di te? E anche la tizia. Uh, quante ne dicono.
-Perché?
-Perché sei bella e sei intelligente e hai carattere. Insomma una minaccia.
-Ma per chi?
- Beh, pensaci, non sei una comune.

Ecco. Dopo questa si può chiudere e andare a letto. 


Una cosa è certa. No. Io nn sono una comune. Ho il difetto e pure il vizio dell'onestà. Le cazzate non le sopporto. E per questo pago anche conti salati. Dolorosi talvolta.
Ma ne vado fiera. Anche quando c'è poco da ridere.

domenica 13 gennaio 2013

Epifanie / 26

Ho scoperto che oltre a qualche chilo in più il natale lascia altre (brutte?) abitudini che vengono mutuate dall'uomo.
Oltre alle luci ad intermittenza, ecco a voi gli amici ad intermittenza (ora ci sono / ora non ci sono / ora ci sono / ora non ci sono). Insomma, a seconda di come gli fa comodo... A loro. 
Di fatto non si può esser sempre "di moda", c'è chi ha trastulli e tragedie più alla page delle tue con cui divertire. Amici ad intermittenza, non vi affaticate con bugie, scuse e quant'altro. Ci penso io a togliervi da ogni imbarazzo. Come nelle pubblicità, basta un clic.

Clic.

Ho spento l'interruttore. Accomodatevi pure nel cassonetto dei rifiuti.
Ai vostri effetti stroboscopici preferisco le più modeste candele, almeno hanno un'anima che brucia e stanno accese finché non son consumate!

sabato 12 gennaio 2013

FuoriModaFuoriTempo / 17

Questa volta esser FuoriModaFuoriTempo sarà un privilegio.
Un privilegio tutto per me.

Un privilegio che attenderò con quel bel senso di eccitazione con cui si aspettano le cose belle e buone, come la torta che cuoce in forno, la lettera di un'amica del cuore, il voto in pagella quando per tutto il quadrimestre hai studiato forte.

E mi lascerò sorprendere come sorprendono i "grazie" che, quando meno te l'aspetti, riconoscono e ripagano la fatica silenziosa. Come sorprendono i baci e gli abbracci di un bambino che arrivano proprio non quando non glieli chiedi, ma all'improvviso e sono gratis e pieni di gioia.

Attenderò come si aspetta il primo gelato d'estate, o il primo bagno al mare. O la prima nevicata che per un momento zittisce il mondo e i pensieri.

Sarà uno di quei privilegi che ti porta altrove.
FuoriModaFuoriTempo, per fortuna! 

Perché ho ricevuto un invito speciale e inatteso nel bel mezzo della tempesta. Uno di quelli a cui non si può dire di no, anche perché arrivato ovviamente all'improvviso da un'anima speciale: "hai un po' di tempo?  bene, trovalo: ti considererò una teenager libera e qualcosa sarà, basta tu sii te stessa" 

Il programma di quel giorno è perfetto: attendere quel giorno e, finalmente, viversi un FuoriModaFuoriTempo tutto per me. 

Più FuoriTempo di così non potrebbe sembrare. 
Invece è esattamente il tempo esatto. E questa cosa verrebbe da chiamarla "magia", o meglio "poesia".


venerdì 11 gennaio 2013

Lettere & Cartoline / 8


Dolcissimo e troppo lontano amico, oggi ho incontrato la tua ragazza. 
È stato bello vederla sorridere di gioia e di imbarazzo. Mi ha mostrato il tuo ultimo lavoro editoriale. Bellissimo.
Bellissima la dedica con cui lo hai pubblicato: una frase piena di quell'amore sfacciato e totale che solo tu sei capace di mostrare alla luce del sole.
In questo ho sempre pensato che tu fossi simile ad una donna. Perché vedi, una donna sì che riesce ad esternare il suo sentire profondo. Per un uomo, e poi un uomo riservato come te, potrebbe essere inconcepibile, quasi fastidioso per quanto privato.
E invece, come sempre ti accade da quando ti conosco e per come ti innamori, eccoti lì, davanti a tutti con una frase che urla tutto.
E lei, la tua ragazza, sorrideva. Felice.
Nel suo sorriso ho trovato te. Mi si è allargato il cuore.
Mi diceva, mi raccontava e intanto mi tornavano alla mente i momenti tuoi più neri, e poi quelli di quel nostro breve ma bellissimo viaggio insieme di cui ricordo ogni curva, ogni alba, ogni sentiero, ogni discesa, ogni panorama, ogni notte, ogni tramonto, ogni rosa e tutte le spine.
Il mare, le parole, le emozioni, e quelle onde che travolgevano i nostri turbamenti.
I temporali e poi i negozi piccolini degli indiani dove mi portavi a comprare orecchini a pochi centesimi e candele. I ristoranti dei tuoi posti tutti da scoprire e le pasticcerie, la mia passione. Oppure i formaggi della mia terra, col vino buono. Il the e i cornetti. Lo shopping da femmine.
La birra, la musica, i viaggi. La distanza.
La musica soprattutto e il nostro raccontare due mondi solo apparentemente troppo lontani.
E al di sopra di noi i mosaici e i giardini. 
Un giardino in particolare, con alberi particolari, che hanno accolto le nostre più intime paure, le nostre confidenze.
Quello è uno dei luoghi del mondo, tutto quel mio piccolo mondo che conosco e che conoscerò che amerò per sempre e che terrò nel mio cuore. Con te. Un luogo grazie a te magico. Per un momento magico. Che mi ha cambiata per sempre. Come mi ha cambiata quel tuo dipinto che per un po' fu mio.  Le tue parole dette e non dette.
E poi...
Poi quella casa che non visitammo mai insieme. Non ci fu tempo. Ricordi? 
Colpa mia.
Tutta colpa mia. Ma non mi hai mai permesso di dirtelo.
Però son felice se poi quella casa è diventata la tua, la vostra.
La tua ragazza è felice e fortunata. Ha accanto un uomo speciale. 
Peccato per tutta questa distanza. Le lettere talvolta non riescono se non a svilire quello che di importante si può sentire, provare, vivere. A meno che non sia tu a scrivere.
Amico mio dolcissimo, compagno di tanti sogni e costruttore di tanta bellezza, la vita è bella anche perché la capisci sempre un po' dopo. 
Magari qualche volta fa un pochino male. Ma fa parte del gioco. E di giocare val sempre la pena. Altrimenti sarebbe noiosissima no?
Vivi ogni attimo come hai saputo far vivere a me. È l'augurio più grande: con te sono stata felice, anche di nulla.
Fai buon viaggio. 
Ti ho mandato un bacio tramite la tua morosa e continua a scrivere eh...

"Dicono che la bellezza salverà il mondo. La tua bellezza fosse solo per un attimo ha salvato il mio." (Cit)

giovedì 10 gennaio 2013

Epifanie / 25

Quando ti innamori, non c'è niente di complicato: è tutto terribilmente semplice. 
Non devi fare niente, solo assecondare quello che ti accade, e sia quel che sia.
E sei felice, e sospiri, e sogni, e soffri, e ti sembra tutto possibile poi ti disperi ma non rinunci ed è un continuo ballare sui rimbalzi del cuore.
Poco importa se è per un minuto o per l'eternità.
Va così, come deve andare. Non sei tu a scegliere, a decidere.

Lo capisci quando un bel giorno ascolti parlare chi è innamorato davvero. Ascolti ed è come se vedessi un film che hai già vissuto. Ma è uno specchio deforme che restituisce l'immagine di quello che eri, la realtà che vedevi, il senso di un tempo che non esisteva. E tu ci credevi, come ci crede chi adesso ti racconta.

Però...che bella cosa! 
È tutto così provvisorio. Felicità compresa. Meglio godersela quando c'è, a costo di esser buffi, anzi, ridicoli.

mercoledì 2 gennaio 2013

Poi viene il giorno / 16

Poi viene il giorno che è il numero 1.
Ma è il numero 1 perché si comincia a contare i giorni di un anno da quel giorno lì.
E siccome non si sa che cosa accadrà nei successivi 364 giorni, almeno il primo si fa festa.
Ed è festa comandata.
Capodanno, ovvero il capo di un anno.
Trovarlo il capo di un qualche cosa...intanto accontentiamoci del capo di questo 2013.
E via auguri e brindisi e ancora auguri e speranze e giù auguri caffè post veglione e vai tra auguri e sbadigli, auguri e propositi, auguri e lenticchie, auguri e chicchi d'uva.
Auguri.
Auguri: la parola d'ordine e il vestito d'ordinanza di questo giorno numero uno.

Poi viene il giorno degli auguri, e quel giorno passa...
Che gli auguri ci accompagnino, però! E che sia un anno meraviglioso!

Auguri