mercoledì 23 aprile 2014

La mia amica (qualcosa di personale)

Un’amica di quelle che porto sempre nel cuore mi ha suonato il campanello.
Non sono mai a casa a quell’ora. Oggi invece c’ero.
“Passavo di qui…”

Lei è una ragazza speciale, pochi fronzoli e molta concretezza.
Mi raccontai la sua ultima avventura: “non volevo farlo al telefono…”
E’ una brutta avventura che, detta così con pochi fronzoli e molta schiettezza, lascia poco spazio all’immaginazione.
La guardo e l’ammiro.
L’ascolto e l’ammiro.
Gli occhi le scappano altrove. In pena.
Ci sono momenti in cui la vedo smarrita nel suo coraggio.
Ma non è il coraggio ad essere in discussione. Di coraggio lei ne ha da vendere.
Il suo smarrimento deriva piuttosto dall’attesa: “dicono che è necessario aspettare per capire cosa si potrebbe o non si potrebbe fare…”

Aspettare, non si può fare altro.

E allora penso che il tempo è un gioco perverso.

Era appena ieri ed eravamo sedute nei banchi di scuola, quando sognavamo tutto il bel tempo che sarebbe venuto. Di aspettare non se ne parlava proprio.
Avevamo fretta, come hanno fretta tutti quelli che hanno vent’anni.
E sognavamo tanto, sognavamo a colori.
Forse non abbiamo sognato abbastanza forte?
Volevamo tempo per fare, non per aspettare. E anche se la scuola è finita, oggi siamo quelle di allora.
E poi: questo tempo deve insegnarci solo ad aspettare?

Guardo la mia amica e sento nel mio stomaco la sua impazienza.
Vorrei dire cose sensate ma non ha senso niente di quello che sento, penso, vedo, immagino.
Così resto seduta, ascolto e mi pare di vedere un film.

Ho la certezza che è un film proprio brutto ma con un lieto fine.

Lo sappia il dio di ogni tempo che noi non aspettiamo neppure quando “non ci resta da far altro che aspettare”.
Noi siamo quelle che anche nel bel mezzo della tempesta continuiamo, ostinate e contrarie, a navigare a vista. Tra lacrime e sorrisi, imprecazioni e preghiere. A denti stretti. Almeno fino al sereno.
E presto sarà sereno. Per forza e per amore.
Perché noi siamo quelle che abbiamo sempre sognato forte.
Nonostante tutto.