Poi viene la notte della malinconia dolce.
Pensi che sei tante cose, tutte dentro una persona. Pensi che sei stanchissima ma ancora smaniosa di fare. Pensi che ti mancano voci e volti, volti e voci. Pensi che alcuni non ti hanno proprio meritata, altri non ti hanno capita, altri non li hai meritati o capiti tu. Pensi che hai poco fiato e tanta strada da fare. Pensi che questo è un momento cruciale della tua vita, perché ogni momento è cruciale e spesso non ce ne ricordiamo.
Allora prendi appunti, segni le cose, consumi la stilografica.
Inizi un taccuino via l'altro e non finisci nulla, però provi a tenere tutti i fili tra le mani.
Fili che si dipanano, fili che si intrigano, fili che ti portano come quello di Arianna a soluzioni inattese. Fili che ti portano indietro e che vanno tagliati.
E ti pare di esser una bambina con le mani piene di fili che trattengono palloncini pronti a volare via.
Ogni palloncino un colore, un significato, un sapore, un bacio, un dolore, una lacrima, un sorriso.
Tutto da trattenere ma al contempo tutto da lasciar andare via.
E poi?
Poi seguire la scia. Incantata e stupita come a guardare bolle di sapone volare.
E lasciarsi portare con fiducia e incoscienza.
Ci vuole coraggio ad assaporare la dolcezza di questa malinconia.
E lasciarsi andare con fiducia e incoscienza.
Tutti questi fili, tutti questi taccuini, tutti questi momenti cruciali.
Appuntamenti con il caso.
E abbandonarsi con fiducia e incoscienza.