martedì 26 giugno 2012

Post-it / 18 del ricordarsi

Se per qualcuno sei stato o sei importante e per qualsiasi motivo al mondo (più o meno giustificabile e/o capibile) quel qualcuno a un certo punto si e' allontanato da te, murati bene in testa che:
e' eventualmente suo piacere e/o gentilezza e/o educazione ricordarsi di te.
E conseguentemente dimostrartelo.

Questa materia (il ricordarsi), in ogni caso e comunque, non e' affar tuo.
Tu, il tuo, l'hai fatto.
E lo sai.

sabato 23 giugno 2012

Perché? / 13

E' possibile mescolare fantasia e realtà?
In teoria si, non ci sono impedimenti: tanto fa tutto il cervello. Ma praticamente poi non funziona.
Perché "fantasia + realtà" e' una somma che non si può calcolare?
Perché e' un'operazione il cui risultato e' sempre sbagliato?
E perché, soprattutto, c'è chi questa lezione non la riesce a "interiorizzare"?
Ecco, se fosse questa materia scolastica, io come voto in pagella avrei -157

giovedì 21 giugno 2012

Lettere&Cartoline / 1

21 giugno 2012, primo giorno d'estate

Ciao amico senza nome,
da quanto tempo non ho niente, più niente di te.
Dalla finestra il caldo porta musica. Voci d'estate per strada.
E la tua non c'è più.
Mi son chiesta che fine hai fatto e me lo son chiesta gia' mentre parlandoti, l'ultima volta, ti guardavo negli occhi e tu eri altrove.
Tra i tuoi pensieri, le tue distrazioni, le tue seduzioni, le tue conquiste effimere, le tue smanie di protagonismo, i tuoi disagi.
I tuoi sensi di colpa.
I tuoi sensi di colpa.... Ecco, io ti guardavo in fondo agli occhi e non ti trovavo più. Dicevo cose importanti, gravi perfino, e tu non c'eri.
Poi il silenzio.

Mi son chiesta perché. Non eravamo amici?

Perché tante bugie, perché tanti nascondigli, perché tanti alibi, perché fughe misere?
Scuse, impegni improrogabili, scopate clandestine, spese insostenibili.
Quali inconfessabili segreti?
E poi, proprio a me pensi di nasconder segreti?
A me, che son stata il tuo unico specchio e il tuo solo diario?
E dopo che e' passato un po' di tempo, deduco a forza, che sei cambiato, sei una persona diversa da quel che credevo.
Diversa. Basta. Niente di più, niente di meno.
E ogni tanto, quando per puro caso ti penso, mi chiedo perché ti sottoponi a questa immane fatica dell'evitare. Del non dire. Devi riempire di silenzio innaturale quel tempo che dedicavi a noi? E come fai a nasconderti? E' brutto vederti scivolar via per strada, come una lucertola dal muro.
Devi "salvare" la tua buona immagine? Con chi? Con me?
Ma io conosco meglio i tuoi difetti che non i tuoi pregi. Ricordi?

Campa sereno. Ti prego.

Sai, io sono proprio quella che ti ho sempre detto di essere. Non mi devi niente. Magari gradisco correttezza, rispetto, ma evidentemente tu non ne sei proprio capace. E te lo dico. Per il resto chissenefrega.
Non ascolto chi mi parla degli altri. Ascolto me stessa. E conosco da vicino prima di farmi un'idea.
Di te ne ho sentite tante. Prima di sapere chi fossi e dopo. Mi son fatta piu' di qualche risata. Ma non partecipo al circo. Neppure adesso che sarebbe facile. Come sparare sulla croce rossa. Ma mi dispiace per te. Mi dispiace vederti bersaglio di facili ironie. E per fortuna, ne sono fuori e ne sto fuori.

C'è anche chi dice che chiedi di me, che vuoi sapere come sto, che ti preoccupi affettuosamente, c'e' chi si sorprende che tu chieda di me, proprio tu che hai sempre saputo tutto di me. E c'e' chi si meraviglia che tu voglia davvero bene a qualcuno, ad esempio a me.
Ma che ne sanno?
E poi voler bene e' un modo di dire...inflazionato per di piu'!

Amico senza nome, c'è una lunga fila di gente che si preoccupa affettuosamente per me, perché mi vuol bene (o cosi' dicono).
Gente appunto, gente, folla, rumore, nulla. Nessuno.

Ma quelli che mi vogliono bene davvero, sono un'altra cosa. E tu forse non sei mai stato del gruppo, per quanto debba accettarlo con dolore. Io ti ho voluto bene e te ne voglio. Ma e' altro discorso.

E comunque, se vuoi proprio saperlo, se ti solleva, io sto da dio.
Soffro solo il gran caldo.

Giorni fa ti ho visto da lontano. Tu non te ne sei accorto.
Eri tra gente, folla, rumore, nulla, nessuno: il tuo habitat naturale. La solita vuota festa del "siamo tutti molto amici".
Io ero distante: e ho capito che ero nel luogo migliore da dove e' bene avere a che fare con te. Una bella e al contempo brutta scoperta. Ma la vita va anche così. E io voglio avere a che fare con chi non si sente in debito con me, con chi ha almeno le palle di guardarmi negli occhi, di parlarmi.
E oggi e' un bel giorno.
E' il 21 giugno, inizia l'estate. Che per te sia frizzante e scoppiettante.
E' la tua stagione. Quella degli animali a sangue freddo.
Divertiti!

martedì 19 giugno 2012

***ma troppo vecchia

Ben conservata, ma troppo vecchia.
Interessante, ma troppo vecchia.
Con tanta voglia di divertirsi, ma troppo vecchia.
Con la capacita' di adattarsi ad ogni situazione, ma troppo vecchia.
Intelligente e capace di fregarsene del giudizio del mondo, ma troppo vecchia.
Giocherellona, ma troppo vecchia.
Sempre pronta a cambiar programma, ma troppo vecchia.

E quando lui, un ragazzo con la forza vera di un uomo, la guarda e le dice: io ti voglio così come sei, perché l'età che dici di avere e' solo scritta sulla tua carta d'identità, non e' sul tuo viso, non e' sul tuo corpo, non e' nel tuo cuore, non e' nella tua testa: io non la vedo, non la sento e per me non esiste.
E quando quel ragazzo le dice: io sto bene con te e a questo non rinuncio, non e' mai stato un gioco e non mi sono mai chiesto dove dovevamo andare, ho solo deciso di prendere la tua mano e stringerla nella mia, perché sei una persona speciale, una donna bellissima, la mia miglior compagna di viaggio.
E quando poi lui aggiunge implorandola: "non mandarmi via, io non ti prometto nessuna eternita' perché non dico bugie, ma proprio perché non dico bugie, mi chiedo qual e' il motivo per cui non vuoi credermi quando ti urlo che voglio proprio te così come sei... "
Ecco lei allora lo guarda, lo vede disperarsi e vorrebbe dire tante cose.

Vorrebbe dire che ha paura. Ha paura perché anche lui le piace molto. Ma lei sa che quello che oggi sembra facile domani diventerà difficile. Sa che ci sono tante ragazze bellissime che non vedono l'ora di innamorarsi di un bravo ragazzo come lui e magari aver figli. Gia' i figli che ora lui dice di non volere necessariamente ma che lei non potrà certo dargli.
Sa che lei e' in un'altra fase della vita. Sa che non sopporterebbe di vederlo andare via. E ha visto tanti film con storie simili. E anche a lei e' già successo. E non e' stato bello. E poi no. Lei non vuole saperne più, ha ancora ferite aperte. Anche se lui si arrabbia e dice che non e' giusto che venga condannato a pagare i conti di chi le ha fatto male prima, e che se lei si sente "vecchia" dovrebbe almeno aver imparato e sapere che ogni storia si scrive su una pagina bianca.
Ma lei ha paura. Così dice solo che e' troppo vecchia.

E se fosse un film adesso lei sarebbe una donna, lui un uomo. Entrambi senza età.
E proprio in questo momento, mi pare di vederli: sono li', nel loro letto, illuminato dalle candele comprate durante loro viaggi, hanno fatto l'amore e ridono mentre mangiano biscotti e cornetti con nutella. Ascoltano musica di ogni tipo e si prendono in giro. E poi ridono forte. Ridono. Ridono del mondo. E del tempo. E delle età.

lunedì 18 giugno 2012

CONSIGLI NON RICHIESTI / 9 uomo, voce, carattere

Un uomo con una bella voce e un pessimo carattere.
Così si definiva Hugh Grant nel "Diario di Bridget Jones".
Ed incarnava il ruolo di sciupafemmine, narciso e bastardello.

Ma quanti "danni" puo' fare (sapendo di farli) un uomo con una bella voce e un pessimo carattere?

Tanti. Soprattutto se riesce a recitare un po'.
E allora, ci caschi una volta, poi due! poi basta. Usalo, se vuoi, quel narciso dalla voce flauatata, divertitici. Ma non fai in modo che non lo capisca! Asseconda il suo pessimo carattere. Rispondi con bugia a bugia. Lui ti vuole credere innamorata, conquistata e tu faglielo credere finche' ti fa comodo. Così se lo racconta e ci si masturba.
Ma alla fine, parafrasando Bridget, basta che tu capisca che vale la pena di pretendere qualcuno che sia davvero più speciale di quello li'.
Magari con la voce flebile e meno profonda, senza impostazione teatrale, incapace di parlare di diaframma, non eccellente negli effetti speciali, anche stonato... ma vero, sincero e bello.

Consiglio banale stasera eh... Mica si può esser sempre geniali...
Suvvia, ieri faceva freddo e oggi son 40 gradi, anche le mezze stagioni non esistono più, figurati i colpi di genio!

venerdì 15 giugno 2012

Poi viene il giorno / 12

C'era una volta la dignità.
Ma non tanto quella che ti faceva tenere la testa alta ad ogni costo, davanti all'orgoglio ferito, alla fiducia tradita, all'amore rifiutato, al rispetto mancato. Tutte cazzate!
C'era una volta la dignità che ti faceva sentire una persona.
C'era una volta.

Oggi per me dignità è una parola desueta, da vocabolario. Perché oggi giri per le banche come un fantasma,  dopo nottate insonni a pensare a come fare, a cosa dire.
C'è che chiedi e non ti sarà dato, bussi e non ti verrà aperto.
Dopo 25 anni di quotidiano camparsi da soli è dura accettare che non ci si fa più.
E' dura alzare bandiera bianca. Peggio alzare quella nera.

Cerchi di non mollare, perché ti hanno detto che sei forte. 
Ma che ne sanno loro.
Te l'hanno detto e si son levati dai coglioni in fretta e furia. 
E non gli è parso vero, con tutto quel bene che ti vogliono! Ma è meglio non sentirsi....
Ora hanno tutti da fare: una fidanzata nuova, una figlia al mare, un scopata in chat, un lavoro da consegnare, la spesa e il bucato. 
Il bucato: tutti a lavare le proprie macchie.
Bravi!
Intanto il tempo stringe e le risorse (di ogni tipo, da quelle economiche a quelle fisiche, da quelle creative a quelle legate alla speranza) stanno terminando definitivamente.
Poi viene il giorno in cui capisci che c'è una bella differenza tra avere paura che qualcosa arrivi e trovarsi quella cosa tra le mani.
Non sai neppure tu cosa provi. Sai solo che fino ad un attimo prima erano solo parole, adesso è tutto vero.
Può capirti solo chi sta come te. Ma - per fortuna - non sono molti.
E non azzardatevi a dire: "Eh, va così per tutti. Colpa di questi brutti tempi".
Manco per niente. fino a ieri lo dicevo anche io. Non è vero. E non vi auguro di scoprirlo.
Fate il bucato che è meglio, va.
Magari, già che ci siamo, quelli che mi vogliono proprio bene e ne sono certi, se fanno un lavaggio per delicati con una centrifuga leggera alla coscienza...grazie!

sabato 9 giugno 2012

Poi viene la notte / 5

Poi viene la notte in cui ti appare chiaro che certe tue porte sono proprio chiuse.
Chiuse perché hai buttato via la chiave. 
L'ha buttata via dopo averla offerta tante volte a chi non sapeva come usarla, cosa farne.
L'hai buttata via dopo l'ennesima stupida provocazione che ormai ti lascia indifferente..
E te lo dice una canzone...

E adesso quelli che verranno troveranno, casa, dolcezza, magari una torta e del caffè.
Anche a tarda notte.
Perché tu sei fatta così...
Avranno parole e compagnia, un corpo e un cervello, ci sarà tenerezza.
Perché a te piace così...
Ma raggiungere il cuore del tuo cuore sarà impervio.
Impossibile per chi quel cuore lo abitava senza saperlo, impervio per chi lo volesse conoscere giusto per vedere com'è fatto.
Tardi per tutti.
E' un giardino segreto; nessuno può più coglierne fiori a piacimento per poi regalarli al primo fantasma che passa per strada e nessuno può più pisciarci di nascosto dal mondo, al suo bisogno, come un ladro, quando si fa buio.

E' un giardino segreto. E sacro per di più.




martedì 5 giugno 2012

FuoriModaFuoriTempo /14

C'è un momento preciso in cui la testa sa cosa deve fare: ha tagliato ponti con ciò che le fa male, si e' allontanata da persone che sono altari alla delusione, si e' concentrata su ciò che deve fare, produce energia positiva, e sa dove deve stare.
La testa.
Ha lavorato parecchio prima di capirci qualcosa.
Ha scandagliato ogni piega dell'agenda e ripercorso ogni giorno, soprattutto quelli segnati di arancio. Già con l'inchiostro arancio. Perché non tutti i giorni sono uguali. E quelli arancio sono giorni che hanno ospitato eventi importanti. Giorni in cui di amore si e' trattato.
Li ha rivissuti, riletti, riannusati.
Poi ha cercato di capirne la concatenazione di certi eventi.
E quando non l'ha capita prima, s'è perduta, poi ha pianto, poi con un buco dentro si e' alzata con forza e, togliendosi la polvere dalle spalle, ha ripreso ad andare. Ha deciso che era ora di passare oltre e oltre e' passata.
La testa se si impegna sa fare cose straordinarie.

Poi c'è il cuore. Il cuore e' il pezzo tenacemente fragile e indiscutibilmente tenero. E' la fonte dell'eterna confusione. Perché ti porta sempre a metter in discussione quel che la testa vede con luce chiara.
E allora, se un cuore e' stato derubato, affamato, ignorato, offeso, abusato e poi abbandonato senza una parola, lui fa fatica a rassegnarsi. Forse perche' se ne sta nascosto sotto le carni non ha la dignità e la fierezza della testa, non ha l'orgoglio della testa. Cerca sempre una scusa al torto subito, una giustificazione. "Ci sarà un perché", si chiede con un misto di rabbia e di speranza. E invece 90 su 100 il perché non c'è.
E cosi' se si impegna, il cuore sa compiere veri e propri disastri, in genere all'insegna dell'autolesionismo.

Tranne i rari momenti di pacificazione tra le due parti che fanno sentire strafottentemente onnipotenti, dimentichi di chiunque al mondo, uno vive diviso in due: da una parte la testa che brontola e borbotta come una pentola di fagioli perché quel cretino di cuore sta li' a farsi i film, dall'altra il cuore che cerca di spegner quella luce chiara che non lascia margine di errore a ciò che la testa ha analizzato e definito.

Ad una soluzione bisogna arrivarci, e allora capisci un'altra cosa.
Il dolore che provi, quello che fa piu' male, non sta nel perché il tuo cuore e la tua testa hanno sofferto, o in chi ne e' stata causa.
Quello e' solo strumento. Il dolore vero sta nella strada che porta fin alla fine del gioco, ovvero ritrovare un equilibrio decente che non ti faccia passare dalla fierezza alle lacrime.

Perché e' quello il momento della vulnerabilità. E' quello il momento in cui rischi di trovarti dentro vestiti, scarpe, letti sbagliati e renderti conto che si, e' tutto molto bello, ma non fa per te. E allora aggiungi dolore a dolore, rabbia a rabbia. Conivolgi altri cuori, altre teste. E fa dei guai incredibili. Perché tu sai dove dovresti stare. Magari - in caso di dubbio - meglio fermo. Ma "non ti dai pace". E ti ritrovi in posti sbagliati, a fare cose sbagliate. Ma non per moralismo, per rispetto di se stessi e del prossimo.

Uno dei miei poeti e filosofi preferiti ha scritto: "chi si guarda nel cuore, sa bene quello che vuole e prende quello che c'è".

Lo confesso, e' una lezione che ancora non ho imparato e non so vivere e praticare.
Anche stavolta, a me quello che c'è non e' bastato, non mi fa contenta e non lo so prendere.
Peccato che me ne accorgo solo ora che i Maya hanno detto che finisce questo porco mondo. Sempre fuori tempo io eh...per la miseria!

lunedì 4 giugno 2012

Post-it / 17 Tiziana e la cattiveria

Scrive Tiziana che la cattiveria torna sempre indietro e che basta saper aspettare, lei infatti aspetta...
E a me dispiace che qualcuno sia cattivo con Tiziana, perché e' fin troppo facile esser cattivi con lei, ma e' anche da stronzi.

Faccio una premessa.
Qui si parla della cattiveria di tutti i giorni, figlia della stupidita' umana, e dell'insicurezza che deriva dal nostro esser brutti. Di quel "peggio di noi" che per qualcuno diventa mestiere. Della stronzaggine, della tracotanza, dell'arroganza, della supponenza.
Poi c'è l'abominio, l'esser spietati, ma quella e' altra cosa. Roba da psichiatri. E noi lasciam perdere, sebbene se ne trovino di persone così inguaiate in giro eh...

Tiziana e' una delle persone più speciali che ho incrociato nella mia vita. Sa fare cose complicate e meravigliose e le fa sempre con amore, gratis, col sorriso anche quando il sorriso le costa fatica. La si vede "soffrire" sorridendo. Butta giù bocconi amari, in nome di un amore universale, non e' mai stanca. Si emoziona ed e' bellissima. Ma proprio bella.

Io la conosco troppo poco, e potrebbe anche essere che ho a che fare con una brava attrice capace di recitare la sua parte. Ma il mio istinto mi dice che no, non e' questo il caso.
Ho imparato molto da Tiziana, osservandola da lontano.
Sapendo dei suoi piccoli enormi gesti quotidiani.
Davanti alla gratuita' del suo dare c'è solo da tacere ed imparare.

E mi spiace quando parla di cattiveria e aspetta che torni indietro. Perché vuol dire che soffre, e non mi va di saperla soffrire tanto da lamentarsi, perché lei non e' una che si lamenta.

Ora, vorrei dirle di non aspettare che la cattiveria torni dai cattivi, ma di andare avanti.
La cattiveria non torna indietro mai.
La cattiveria e' spesso l'egoismo portato all'eccesso. La cattiveria (se non e' patologia) diventa abitudine, piccolo sopruso quotidiano.
La cattiveria e' dare così per scontato che chi hai davanti e' proprio li' solo per te, ed e' cosi' come te lo immagini, che alla fine tu non devi far niente per lui/lei basta rivolgergli la parola solo per dare un ordine.
Cattivo e' chi usa sapendo di usare, senza mai dire grazie, anzi, sentendosi infastidito dal debito, mancando di rispetto. Mancando di fiducia. Mancando di pietas.

Poi la cattiveria e' tante altre cose; basti pensare all'invidia, alla gelosia, alla menzogna, alla competizione, alle scappatoie "lava coscienza" di chi tradisce senza un perché.

Si dice anche che non si costruisce la propria felicita' sul dolore degli altri, ma anche questa e' una stupidaggine.
Basta guardarsi attorno per vedere gente felice e gente infelice. E chi paga il conto poco importa, la vita va così. E chi e' felice se ne sbatte se da qualche parte c'e' qualcuno che piange per lui. Anzi, ostenta con crudeltà la sua felicita' al mondo.

Lascia perdere Tiziana.
Si potrebbe continuare all'infinito, ma e' meglio non aspettarsi che la ruota giri, si rischia di buttar via il tempo e di cogliere una soddisfazione che potrebbe arrivare quando non ci interessa più. A che serve?
Chi non si rende conto di cosa sei e ti fa soffrire vuol dire che sta bene come sta, che poco gli importa di te. Che ci vuoi fare? Se si renderà conto del male che ti ha fatto magari verra' a chiederti scusa, e magari quel giorno a te non ti interesserà più.
Dai il tuo tempo a chi lo vuole e chi lo sa apprezzare.

Chi e' cattivo vive male, alla fine e' solo, fa pena. Se si ferma a guardarsi son certa che si fa schifo da solo.
Quale altra punizione vuoi che gli venga inflitta dall'esistenza.
Per questo poi si traveste e gioca a viver bene, sempre spaccone, sempre sorridente, sempre un metro sopra al mondo, annoiato dai dolori altrui, dai problemi altrui, dalle gioie altrui.
A pelo d'acqua, sensibilità zero. Tronfio solo dei suoi effimeri successi.
Chi e' cattivo non vuole bene a se' stesso. Ha paura di volersi bene. Conosci pena peggiore?

E allora non aspettare, non aspettare che la ruota giri. Vivi bella come sei. E chiudi coi cattivi.
La fine e' un rischio che bisogna affrontare. E non e' detto che sia sempre una cosa negativa, ogni fine prevede un nuovo inizio.
E tu meriti solo cose degne di te.

domenica 3 giugno 2012

Poi viene la notte / 4

Poi viene la notte che hai lo smalto verde. Verde speranza, speravi. E invece e' verde delusione.
Di nuovo avevi capito male. E sempre accade che capisci male tu.
Probabilmente sarà così.
Forse sei stanca e nervosa e allora tutto sembra piu' pesante. E tu vorresti leggerezza.
E leggerezza sia.

Azione numero 1: fare almeno 5 passi indietro.
Dite, fate, parlate e sparlate. Vi benedico che manco al papa riuscirebbe tanto bene.
Ho provato a guardarla con gli occhi di tutti, ora se a qualcuno interessa, proverà a capire me.

Azione numero 2: fare ordine.
Intanto ho stirato. E c'è la luna quasi piena. Domani si buttata carta inutile, piena di parole inutili e se non piove si colorano le pareti e si vuota l'armadio.

Azione numero 3: revisione colonne sonore.
Per un po' certi cd vanno banditi. Turbano l'emotivita'. Ad esempio ora in TV c'è un film condito di musica brasiliana che non ti mette saudade, ma ti fa arrabbiare.
Ti ricorda di inutili azioni dedicate a inutili persone che si sentono semi divinità e in realtà son gente priva spina dorsale, invisibili, molto facilmente dimenticabili. E già di fatto dimenticate.
Siccome arriva il Boss, da domani soprattutto Boss, salvo eccezioni.

Azione numero 4: riposo dai salassi.
Toglierei dalle palle rami secchi, sanguisughe, ratti, serpenti e altre razze di parassiti viscidi e sordidi, soprattutto se vestiti da sera e con atteggiamento amichevole.

Azione numero 5: ballare.
Salvatore, 'ndo cazzo sei finito, che qui c'è da allenarsi!!!

Le favole son favole. La vita vera ha un altro odore

venerdì 1 giugno 2012

Perché? / 12

"Perche' tu adesso, dopo tutto e tutti sei qui?"
"Perché ti voglio bene, immagino"

"E che vuol dire che mi vuoi bene?"
"Che sono qui"

"E come fai a volermi bene se io talvolta ti ho trattato male?"
"Ho voluto credere che stavi scherzando"

"Sono le tre, mi tieni la mano e forse riesco a dormire. Appoggia un po' la testa accanto a me così anche tu riposi"
"Non importa"

"Ma da qui si vede la luna"
"Ok allora solo per un po'"
"Bella vero? Sai...Anche io ti ho sempre voluto bene, ma con le parole non ci so fare"
"Sono certa che mi vuoi bene. E' tutto più chiaro e vero con i gesti"

E dalla finestra si vede la luna