venerdì 23 novembre 2012

Poi viene il giorno / 15

Poi viene il giorno delle combinazioni.

Qualcuno li chiama "i casi della vita". Altri parlano di "circostanze fortuite". Altri più sbrigativamente dicono "cose che succedono". Già, cose che succedono.
E succedono per puro caso, quando meno te lo aspetti. 

Ti ritrovi sparata in mezzo agli occhi una quantità di verità da far paura. Perché si dice anche che "certe verità fanno proprio paura". Ma questa è una paura indefinibile, che poi non è paura, è qualcosa che abita tra lo schifo e la pena.

In quel momento è come se un faro ti togliesse la vista ma poi, dal dettaglio all'orizzonte, ogni cosa riacquista contorni, sfumature, definizione, colori. E il quadro appare chiaro. Nitido.
Come lo avevi già visto. 
Perché lo avevi già visto. 
Tu. 
Ti ci eri già vista tu, in quel quadro.
Certe situazioni, anche quando non le conosci direttamente, sai già che hanno un nome, un odore e perfino un volto. Indovini anche il volto.
Il volto che avresti dovuto avere e che non hai.
Il volto che ti hanno messo addosso e che non hai.
Il volto che hai davvero e chi dovrebbe guardare non solo non guarda, ma non vedrà mai.

Ecco: quelle verità sono scomode. C'è poco da fare, son sassi nelle scarpe. E, tu hai cercato in ogni modo di far finta di sbagliarti. Ma sapevi che non ti sbagliavi. Questione di sesto senso? No: questione di sapere. Sapere con che tipo di materie si ha a che fare.

Passato il mal di stomaco, alla fine non senti più niente.
Nessun dolore.

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