Caro amico mio,
stanotte piove.
Ed è una notte silenziosa ed umida come quella in cui hai scelto di andartene da qui.
Ed è una notte che piove e continua a piovere rabbia. Piove dolore sordo, piove solitudine, piove incapacità di esserne capaci. Piove anche sdegno.
Sdegno e rabbia per quello che resta, per quel che si dice, per come qualcuno ti ricorda ad "uso e consumo", per come invece qualcuno fa di tutto per dimenticarti e per un sistema che infligge punizioni inaudite e ulteriori a chi è rimasto qui senza te, senza fiato e senza sangue.
E come se non avessimo visto abbastanza, anche questo ci tocca di vedere.
Opportunismo e speculazione su tutto, anche sulla sacralità di una scelta estrema. La tua.
Vedi mi verrebbe voglia di dirne tante.
Invece sto zitta e cerco di non mescolarmi a tanto squallore.
Faccio come faresti tu.
Provo ad esser sarcastica e buttarla sul ridere. Ma non sono brava come te e infatti non riesco.
Mi viene più voglia di piangere, invece.
Lacrime vere.
E intanto piove. E continua a piovere.
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