martedì 13 dicembre 2011

Confessioni di un'anima che finora ha capito poco

Finora il mio è stato un viaggio faticoso.
Ho sempre avuto qualcosa da fare.

Sin da piccola, ho dovuto consolare chi era più piccolo di me. Difenderlo da ingiustizie e inutili violenze.
Ho dovuto dare una mano a chi restava più indietro di me a causa di un maestro severo.
Poi, ho dovuto incoraggiare chi non si sentiva bello, chi non aveva il vestito nuovo per la festa, chi riceveva un'educazione troppo rigida, chi si faceva infrangere il cuore per i primi amori.
Ho ascoltato ore e ore. Ho offerto le mie parole e i miei abbracci a chi li voleva o ne aveva bisogno.

E il difficile è arrivato prestissimo, quando ho dovuto accettare di non aver potuto far niente contro la testardaggine di uno dei miei più cari amici che aveva dannato la sua anima per sempre dentro una siringa.
A nessuno di noi due all'epoca era concessa la patente per guidare. Ci sarebbero voluti almeno un paio d'anni buoni. E quando si è così piccoli un mistero così grande come la morte, è un qualcosa che si affronta con la stessa incoscienza della vita. E infatti dopo ci sono stati amici da salutare perché se ne sono andati correndo troppo per strada, frantumando il proprio motore contro un altro motore e così via.
Distacchi terribili anche quando naturali, come quelli che portano via i vecchi di casa. Distacchi che comunque prevedono un lavoro infinito per provare inutilmente a colmare un vuoto che resta sempre incolmabile.
E io lì a consolare. A far coraggio per darmi coraggio.
Ho asciugato le lacrime di chi ho visto soffrire.
Ho sofferto con loro e sono andata avanti.
Ho aiutato a coltivare i sogni di chi aveva sogni.
Ho sperato nelle speranze di chi nutriva speranze.
Ho creduto a chi credeva a qualcosa con forza e determinazione.
Ho aiutato chi non sapeva come arrivare a fine mese.
Ho aiutato a guarire chi stava male.
Ho aiutato chi aveva delle capacità a farne dono per gli altri.
Ho cercato di avere sempre una candela in mano per offrire un po' di luce a chi aveva perduto la strada.
Ho visto sorrisi di gioia e giornate di sole piene di vita e di energia buona.
Ho visto volti illuminati dalla passione e poi distrutti dalla passione ma incapaci di rinunciare alla passione.
Ho sostenuto anche chi commetteva errori sapendo di commettere errori.
Ho sempre votato a favore dell'amore pur avendo una mia personalissima idea di amore che non veniva compresa.
Ho aiutato bambini a nascere, ragazzi a crescere, adulti a migliorarsi, anziani ad accettare.

L'ho fatto con il cuore e in buona fede.
Magari sbagliando, ma in buona fede e con entusiasmo.
L'ho fatto con tante e tante persone. Fino all'ultimo caldo.
Poi, appena finita l'estate, mi sono fermata un'attimo perché il freddo è arrivato all'improvviso e mi ha trovata impreparata. E sola.

E ora, che sono seduta alla luce di una lampada arancio, mi accorgo che l'anima di tutte quelle persone ero io. Io ero tutte quelle persone.
E ancora non ho capito niente di tutto questo bell'andare.
Ma spero, perché vedo in lontananza una candela che si muove nel buio. Forse è lì per me.
E spero.

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