lunedì 12 dicembre 2011

***inverno, notti, coperte

Ho sognato un viaggio fatto di notti a passeggiare e immaginare parole.
Ho sognato di camminare per strade fredde e guardare le vetrine illuminate di negozi chiusi.
Quando la vita frenetica del giorno è andata a dormire e tu hai bevuto quel po' di vino che basta per non arrenderti all'umidità che ti bagna le ossa.
Ho sognato di sentire la musica di un bandoneon che arrivava struggente da un portico poco lontano da una grande piazza. E lì, senza fare attenzione al ritmo mi sono ritrovata a ballare e a ridere da sola. E qualcuno che rideva con me, osservandomi.
Poi, sempre al buio camminare, senza una meta, senza un bisogno.
Leggera. Sotto la luna.
E così, notte dopo notte, lungo un fiume, tra vicoli stretti e profumati di mare, tra grandi strade di grandi città, in quei quartieri pieni di locali affollati da ragazzi in libera uscita, in un metrò, in un parco, in un viale di palazzi eleganti e finestre illuminate che lasciavano vedere le ombre di persone che prendevano parte ad una festa très chic e ancora vicino a poche bancarelle di libri usati e cartomanti pronti a leggerti il futuro che subito dopo dovrai inventarti.
Ho camminato così tanto da consumare anche la luna e ritrovarmi al buio.
E quando pensavo di essermi definitivamente perduta in quel viaggio fatto di gioia e di imprevisti, mi sono accorta di esser dentro un portone appena rischiarato da una vecchia lampadina gialla appesa a un filo che scendeva precario dal soffitto.
Manco il tempo di guardare ed ero tra le braccia calde, forti, sapienti e piene di poesia e di fantasia di qualcuno che era lì ed aspettava proprio me.
Mi aspettava per ballare su quell'inverno e bagnarmi gli occhi e riscaldarmi l'anima con una coperta speciale fatta di parole d'alta sartoria, tessute alla perfezione.





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