giovedì 12 gennaio 2012

Quando l'amore è un "fuori orario" (La Llorona - Chavela Vargas)

Erano lì, sul piccolo divano di quella stanza piena di vita, stanchi e rapiti dalla bellezza di Chavela Vargas, una potenza nonostante i quasi 90 anni.

Erano lì perchè per un giorno intero avevano fatto l'amore e parlato, fatto l'amore e cantato, fatto l'amore e parlato, fatto l'amore e mangiato, fatto l'amore e parlato, fatto l'amore e ascoltato musica.

Dopo un giorno, ventiquattro ore, Lei doveva andare via, ma non riusciva a lasciare quella stanza, che in realtà avrebbe dovuto lasciare molto prima.

Dalle band progressive al rock, dalle canzoni popolari italiane a quelle del mondo, alla fine erano lì davanti a quel video di Chavela Vargas.
E la voce e il volto di quella donna così eterna, toglievano senso al tempo. E infatti il tempo passava che sembrava non esistere. 
Ed era bello non pensare a niente. In realtà avevano pensato molto.

Poi la canzone di Chavela era terminata. 

Lui aveva preso di nuovo la chitarra e aveva cantato ancora per Lei. Lo faceva spesso e così Lei, felice come una bimba, iniziava a cantare con Lui.
Forse meno felici i vicini... O forse felici anche loro di quella rumorosa e armonica felicità. 

Ma adesso era necessario riprendere l'orologio e rimettere i piedi a terra. 
Già, i piedi a terra: Lei sciolse le gambe che ancora erano attorno al corpo di Lui. Iniziò a immaginare che freddo potesse fare fuori di lì, con tutto quell'inverno che c'era.

E mentre si prepava ad uscire, iniziava a rendersi conto. 
Erano successe tante cose in quella manciata di ore.
Era successo che il cielo sopra la sua testa aveva cambiato colore così tante volte che in quelle 24 ore sembravano trascorsi 24 giorni, forse mesi.
Eppure Lui era arrivato nella vita di Lei da poco più di 24 minuti...

Lui era arrivato nella vita di Lei come uno qualunque, ma non era uno qualunque. Di questo Lei se n'era accorta presto, anche se non lo sapeva dire. Non lo sapeva dire neppure a Lui.

Era stato tutto speciale e tutto normale: Lui l'aveva desiderata, l'aveva avvicinata, l'aveva frequentata con entusiasmo, naturalezza e piacere. Lei si era lasciata sorprendere da quel mondo nuovo che si svelava.
Oggi per l'oggi. Senza un appuntamento per domani.

Lui che era davvero un uomo speciale, superando la sua naturale riservatezza camuffata da diffidenza, aveva dedicato del tempo a guardarla. Si era fidato e si era raccontato un po' (cosa che non amava fare) e aveva voluto ascoltarla un po'.

Così era accaduto - senza manco volerlo - che adesso si conoscevano abbastanza anche se di fatto si conoscevano davvero poco. 
Ed era accaduto che adesso Lui aveva cose da dire e le aveva dette.

Le aveva dette per caso, in quelle ore, in una chiacchierata intervallata dall'amore che era partita da altro ed era durata parecchio. E forse per questa ragione il loro incontro si era prolungato con un bel "fuori orario", così che ci fosse tempo di fare ancora l'amore, ascoltare musica, mangiare, cantare e ancora tempo per parlare.

Ne era uscito un discorso serio, nervoso, a tratti pesante. Così i colori di quella stanza cambivano a seconda di quel che succedeva.

Era come viaggiare guardando un panorama che muta e svela sorprese curva dopo curva.

Parlavano di com'erano loro. 
Lui si trovava davanti una donna tenace e caparbia, che non sentiva ragioni su certe questioni.
Lei si trovava davanti un uomo tenace e caparbio, che non sentiva ragioni su certe questioni.

C'erano momenti in cui Lui parlava con coraggio sfrontato, con una durezza che si poggiava con poco garbo sui nervi scoperti di Lei.
Per di più era un uomo che si appassionava nel sostenere le sue ragioni e guardandola dritta negli occhi, cercava di farle vedere le cose da un altro punto di vista a costo di "fare a botte" con la parte di Lei più delicata.

Davanti a tanta fermezza, Lei aveva deciso di non nascondere il suo essere più emotivo.
In quel curioso braccio di ferro a un certo punto, lo aveva lasciato dire senza contrastarlo più. E anche nei momenti in cui le parole erano suonate sgradevoli, lo aveva lasciato fare ed era rimasta ad ascoltarlo. 
Non lo faceva mai. Troppo faticoso.
Ma anche per Lui era una gran fatica vederla così nervosa.

Tutta quella fatica era giustificata dal solo fatto che si volevano bene. Un bene solido e vero, senza spiegazioni.
Entrambi avevano capito che potevano fidarsi reciprocamente e potevano osare.

E per una volta Lui aveva deciso che parlare poteva avere un senso, perché si era accorto che dentro quella stanza Lei, si lasciava andare e diventava la donna che era. 
Una donna che conoscevano in pochi.
Una donna che Lui stava scoprendo e capendo perché era stato capace, sin da subito, di toglierle vestiti e armatura.
E a Lui sembrava che quell'armatura più che proteggerla, le togliesse bellezza e libertà. 
Questo voleva spiegarle. Perché Lui l'aveva vista nuda e l'aveva vista bella e divertente, e piena di vita.

Lei, come ben sa chiunque indossi un'armatura, aveva una paura fottuta alla sola idea di metterla via. Non voleva esporsi a rischi. Ma lì, in silenzio, ascoltando il modo in cui Lui la stava descrivendo, si rendeva conto che il rischio più grande che stava correndo era quello di non lasciarsi andare alla meraviglia della vita.
E da ormai troppo tempo quell'armatura era diventata anche la sua prigione. E da lì doveva uscire.
Intanto era uscita da quella stanza.

Le ore successive sembravano scorrere in maniera più lenta. Ogni ora infatti era tornata di 60 minuti.
In quella calma si scrissero grazie per quell'incontro che era stato inedito e intenso. Bellissimo.

Certo, avevano motivi diversi per ringraziare.
Però insieme avevano fatto una bella e rara esperienza.
Avevano avuto la fortuna di scoprire e provare sulla loro pelle che voler bene talvolta è anche faticoso, ma quella fatica è parte di un viaggio irrinunciabile: quello che porta alla scoperta di ciò che si è.

Il prossimo loro incontro in quella stanza piena di vita sarebbe stato più facile. Adesso si conoscevano meglio e, per la gioia del vicinato, potevano cantare a due voci un sacco di canzoni, e poi ascoltare musica, e poi fare l'amore, e poi cantare ancora... leggeri, senza vestiti, senza armature.


Si ya te he dado la vida, Llorona 
Qué mas quieres? Quieres má¡s? 







5 commenti:

  1. Ti leggo... Mi fai rabbia perché sei brava

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    1. Beh, mi piacerebbe saperne di più . La rabbia non e' un buon motivo, ma e' comunque un motivo. Anche per leggere.

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  2. E poi amo questa canzone.

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  3. Sempre parole giuste le tue...

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