venerdì 18 novembre 2011

***caramelle

Sono giorni di un'irrequieta calma apparente.
Sarà la stanchezza, sarà il freddo che è arrivato come si deve, saranno i cambiamenti del cielo che diventa autunnale. Alla fine dalla bocca escono le nuvolette di fumo e ti accorgi che respiri. 
A un passo diverso, forse più lento.
Hai sempre mille cose da fare, hai sempre mille diavoli al culo.
Però hai un ritmo diverso nel cuore.

C'è una pace precaria e obliqua. Fatta di voglia di "non confondersi più", come dicevano i miei vecchi.
E infatti certe battaglie non ti interessano come prima. 
Certe delusioni che avevano umiliato gratuitamente il tuo esser semplicemente e ingenuamente disponibile, al punto di toglierti e sonno e peso e voglia, son diventate piccole amarezze. Bazzecole, come direbbe Totò.
Tutti hanno fatto le loro scelte e nessuno ha perso un attimo a pensare a te, a cosa potevi pensare o vivere, nessuno ha fatto un passo indietro, o semplicemente chiesto "che ne pensi"?.
E adesso pensi che va proprio bene così, che era ora di andare oltre.

Non vale mai la pena aspettarsi niente: figuriamoci parole importanti da chi sai che ce l'ha ma non le sa dire. Meglio lasciar correre e dargli sepoltura in quel petto incapace di lasciarsi andare alle emozioni, al vivere, allo scottarsi, al prendersi responsabilità. 
E di conseguenza lasciare che ciascuno si costruisca i suoi alibi per sentirsi giusto, a posto, felice.
E infatti hanno tutti ragione: son tutti giusti e felici, e chissenefrega se un altro sta lì a mangiarsi il fegato per una punizione che non si è proprio meritato.

Nelle nuvolette di fumo che escono dalla bocca all'alba di un mattino che faranno 3 gradi, pensi alla notte che ti è appena inciampata addosso e riguardi come in un film tutto quel tempo che ti sembrava aver sprecato invano.
E invece no.
Hai imparato che tu riesci a voler bene lo stesso, anche a un'idea. E hai imparato che non devi credere a chi dice le cose, farti sedurre dalle parole, ma a chi mostra con fatti concreti i sentimenti che ha in corpo odio o amore che sia. 
Perché al momento della "concretezza" viene fuori  la verità: e se qualcuno ti calpesta pensando sia normale o peggio è consapevolmente disposto a perdere qualcosa di importante, vuol dire che quel qualcosa così importante non era. 
Poi dica quel che dica: erano bugie.
Poi è tardi.
Perché le cose importanti si tengono "come l'oro nel cotone" (e qui i toscani mi comprendono, e tanto basta).

Dite che alla mia età avrei dovuto saperlo bene? Beh, di fatto lo sapevo bene ma ogni volta ci sbatto la testa. Mi fido, è questo il mio limite. Ci credo, è questa la mia cretinaggine. Ma io mi piaccio così. 
Soffro un bel po' ad ogni delusione ma poi passa e mi racconto (con grande presunzione) che chi  - a vario titolo - mi ha avuta accanto e non mi ha più, la differenza la nota. 
Non ho rimpianti.

Ieri durante una riunione, mi hanno offerto una caramella perché la guardavo da un quarto d'ora. Erano le mitiche "Pastiglie Leone" mescolate in una scatolina trasparente. Ne ho presa una a caso e appena messa in bocca ho scoperto che era quella all'anice, che per me è disgustoso.

Talvolta la vita è una scelta sbagliata di caramelle: dopo tanto affanno, dopo tanto dimenarsi, dopo tanto soffrire, adesso che sei riuscita a scartare quella chicca che tanto hai desiderato, immaginato, pre-gustato, hai semplicemente scoperto che non ti piace. Non è colpa della caramella: anzi, poveretta, pensa come deve sentirsi ad essere così inamabile.

Non resta che sputare e rifarsi la bocca.
E non serve poi andare così lontano: è tutto più facile.
Un sorriso che ti sorprende e che non ti aspetteresti mai è già davanti al tuo naso.
E sorride proprio a te. Per intanto, mica per sempre. Si capisce.

S'è fatta l'alba di una notte di quelle che non si dimenticano. Giochi a fare nuvolette di fumo con la bocca e ti senti bambina. E già che ci siamo: in tasca mi son rimaste 4 caramelle che mi piacciono. Farò felice prima me, poi il dentista!

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