lunedì 23 settembre 2013

Epifanie / 31

C'è nessuno?
C'è nessuno?
...
No, non c'è nessuno.
Rumore ovunque, telefoni che suonano, persone che urlano. 
Ma non c'è nessuno.
C'è il sole, ci sono turisti, sembra ancora estate. 
È domenica.
Ma non c'è nessuno.
Arrivano dalle finestre odori di sughi e arrosti. 
Pugni allo stomaco per chi cerca solo un caffè.

C'è nessuno?
C'è nessuno?
...
No, non c'è nessuno.
Ci sei tu. Sola con te stessa. Ma oggi non ti ascolti. Non hai niente da dirti.
Sei stanca di stare ad ascoltarti. E sei stanca di aspettare di avere una bella idea da raccontarti. 
E allora lasci che le cose passino e si sfiorino perché non sei in grado di comprenderle....



Come scavare a mani nude nella terra 
Per sentire il sangue mescolarsi con la pioggia 
Cauterizzare le ferite vivere, per il solo senso che ha 

Come nuotare in un oceano congelato 
Per sentire il cuore che ti esplode dentro il petto 
Vivere per immaginare, per percepire il solo senso che ha 

Ma io lascio che le cose passino e si sfiorino 
Perché non sono in grado di comprenderle 

Essere deboli in un mare verticale 
Sentire quanto i rischi possano aumentare
E odiare per sentirsi vivi, per percepire il solo senso che ha 

E improvvisamente ritornare primitivi 
Essere comici e tornare primitivi 
E bere il sangue del nemico solo per gustarne la diversità 

Ma io lascio che le cose passino e si sfiorino 
Perché non sono in grado di comprenderle 
Io lascio che le cose passino e si sfiorino senza toccarsi

(Il mare verticale- Paolo Benvegnù)


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