domenica 8 maggio 2011

*** voci che tornano, voci che fuggono

Tornano voci dal passato. Pare che dopo un po' di silenzio forzato, tutti abbiano molto da dire. Io invece, che parlo sempre troppo, dopo un po' di silenzio forzato mi metto zitta del tutto. 
Per me la naturalezza del dire non può avere "regolamenti" da osservare e se si tace lo si fa perché quel silenzio e' parte dello scambiarsi vita, racconti.

Fuggono voci del tuo presente. Anzi scappano (e ti accorgi che lo fanno) forzatamente. E' tale e tanto l'imbarazzo amplificato da questa poca naturalezza che c'è poco da dire. 
Anzi. Niente da dire.
Come sulle montagne russe: solo che qui non ti viene da urlare per l'emozione. E' tutto molto pensato e ben poco di pancia. Freddo. Calcolato.
Ma c'è chi vive solo di testa. E ha bisogno di dare nome a tutto e un peso specifico a tutto. Alle emozioni soprattutto.

Prima o poi, sia chi torna sia chi fugge, si compiace nel dare spiegazioni. Le danno a te che non le hai richieste e che te ne resti muta. Basita talvolta.
Magari e' un modo per chi parla di mettersi a posto l'alibi o farsi assolvere dal senso di colpa o rimediare alla figuraccia.
Mah. Tu non sei nessuno e di fatto non ne capisci molto, per cui guardi come guarda un pesce dall'acquario.

Ti resta sempre una perplessità: ma chi ti si avvicina, lo vede con chi ha a che fare? Ti pensa umano o a causa  della tua troppa pazienza e disponibilità, ti vede gia' munito di aureola e stimmate? 

Bene. Oggi il luna park (santuario compreso) e' chiuso. A prescindere. Non si concedono grazie ne' si fanno miracoli.

Per oggi sono solo io, in carne ed ossa e basta.     

Nessun commento:

Posta un commento