lunedì 29 agosto 2011

Quando l'amore è il verbo fare (Trouble - Coldplay)

E poi venne il giorno che si accorse che doveva decidere.
Già. Ma tra cosa?
Sapeva che doveva decidere ma non gli era chiaro tra cosa dovesse decidere. Spiegarlo era complicato anche per Lui. Non si trattava tanto di lasciare una volta per tutte l'idea di una donna che ideale non era e che non esisteva nella realtà, si trattava piuttosto di lasciarsi andare ad una storia vera con Lei, quella ragazza impegnata, confusa, di cui Lui non poteva fare più a meno.

Le aveva provate tutte.
Aveva provato a vederla, a non vederla, a dirle che la odiava, a dirsi che non l'amava, a fare l'amico, ad essere il suo (di Lei) confidente, a fidanzarsi con quella che sembrava essere la donna giusta o almeno quella che le aveva fatto battere cuore e ormoni, a sbatterle in faccia altre storie ipotetiche o immaginarie, a farsi desiderare da chiunque.
Niente.

Lei era sempre lì.
Nel suo letto, nella sua testa, nei suoi pensieri, nei suoi discorsi, fra i suoi fogli, tra i suoi amici: poco importava dove. Lei era lì ed era di carne. Bella carne.
C'era solo un punto che Lui non riusciva a capire e a spiegarsi: Lei no.
Già, ma perché Lei no?
Aveva deciso così: Lei no. E doveva essere così: Lei no.

Un bel giorno si ritrovò solo.
Anzi, si accorse di essere solo davvero.
Non aveva più la fidanzata ideale se non nella sua testa, perché l'ultima se n'era andata sbattendo la porta. Non aveva manco più l'idea di fidanzata ideale perché le ragazze che incontrava alla fine erano anche bellissime, ma troppo diverse da Lui (anzi, da Lei, quella di carne). Non aveva manco un gatto. Non aveva amici accanto. Non li voleva accanto.
Le giornate e le serate e le nottate erano lunghe.

Lei c'era, ci sarebbe potuta essere ma Lui non la voleva.
Non osava.
Che Lui avesse paura? Se lo chiese ma scacciò subito l'idea.
No, Lui non aveva paura di niente. Figuriamoci di Lei.
Allora la cercava ma con la dovuta distanza.
Anche perché se si incontravano c'era poco da dire. Per loro parlava la carne.
E poi pentimenti e lacrime e confusione.
Alla fine Lei non era tutta sua, ecco. Era questo che non accettava.

Ma se la cantava. La verità era che Lui, per il quale avevano sempre deciso le altre, aspettava ancora una volta che fosse un'altra a decidere, ovvero Lei.
Era egoista, poco coraggioso, poco maturo.
Non voleva impegni e non voleva sporcarsi le mani.
Ma non se lo confessava: continuava a raccontarsi che Lei non la voleva semplicemente perchè Lui non l'amava.

Poi un giorno Lei arrivò bellissima, nuda e disarmata a bussare alla porta del suo cuore. Davanti a tanta bellezza Lui la fece entrare. Poi non seppe che dire e neppure che fare.
Lei si sarebbe aspettata un abbraccio.
Lui invece fece l'amore con Lei, come sempre accadeva, sperando così di consumare la passione e riacquistare la lucidità e la forza di stare a distanza.
Lei lo guardò con gli occhi trasparenti di chi dice: adesso si.
Lui rimase di pietra.
Non sapeva che fare. Era tutto bellissimo.
La voleva, certo che la voleva. Le piaceva, eccome se le piaceva. Finalmente poteva credere che fosse tutta sua. Ma non riusciva a muoversi di un passo.
Anzi, un passo lo fece ma all'indietro, per vedere se l'ultima fidanzata fosse sempre nei paraggi, o qualcosa di simile.

Lei rimase sulla soglia per un po'.
Poi chiuse la porta dietro le sue spalle e uscì, lasciandolo ai suoi dubbi.
E allora venne il giorno che si accorse che doveva decidere.
Già. Ma tra cosa?
Sapeva che doveva decidere ma non gli era chiaro tra cosa dovesse decidere. Spiegarlo era complicato anche per Lui. Non si trattava tanto di lasciare una volta per tutte l'idea di una donna che ideale non era e che non esisteva nella realtà, si trattava piuttosto di lasciarsi andare ad una storia vera con Lei, quella ragazza impegnata, confusa, di cui Lui non poteva fare più a meno.

Si trattava piuttosto di accettare che una stagione era finita e ne iniziava un'altra e nessuno avrebbe potuto dire se sarebbe stata meglio o peggio della precedente.
Era l'occasione di diventare uomo. Oppure tutto poteva restare così in un malinconico limbo di incertezza dove tutto è possibile perché niente è possibile.
Poteva rimanere tutto Lui con sé. Da solo. Oppure mettersi in gioco e giocare alla vita.

Si trattava di prendersi la responsabilità dell'esserci: lì e ora e fare.
Fare qualcosa, perdìo!
Fare.




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