mercoledì 31 agosto 2011

FuoriModaFuoriTempo / 9

C'era una volta il confessore, quello che stava nel confessionale e che, all'occorrenza, potevi andare a trovare.
C'era anche l'analista, una sorta di confessore più professionista e laico con cui, alla bisogna, potevi scoprire i lati più imperscrutabili della tua anima.
C'è oggidì il farmacista che, suo malgrado, viene costretto a far confessare i clienti. Confessare, esatto, perché si comincia dalla richiesta medica dalla quale si evince il tipo di malessere che ha il paziente, per poi affondare le mani nei cosiddetti "dati sensibili".
Codice fiscale e fin qui passi.
Poi fascia di reddito altrimenti niente farmaci. E il reddito è quello familiare quindi ti senti chiedere se il marito, i genitori o i figli lavorano e quanto guadagnano.
Da qui risalire allo stato di famiglia ma, soprattutto, allo stato di "salute" della famiglia è un attimo.
Il cliente deve necessariamente fornire spiegazioni: "mi sto separando"; "sono vedovo da due mesi"; "sono disoccupata però dal giugno 2011, cosa dichiaro?".
Il farmacista è imbarazzato, non ha il confessionale a far da schermo e non è seduto dietro al lettino. Così si scusa e si ri-scusa precisando che farebbe volentieri a meno di quelle spiegazioni. Il cliente cerca di darsi un tono ma fa fatica, non è ancora abituato a questa "rivoluzione". Contente solo le "donnine" pettegole in fila d'attesa che possono farsi i fatti altrui, dimentiche che dopo toccherà a loro.
E dopo tanto spiegare, può anche capitare che -come alla lotteria- uno vinca.
Già, perché fatti i debiti conti col nuovo ticket si può scoprire che pagando il farmaco per intero (senza ticket per capirsi) si può risparmiare.
E lo dice il computer lì davanti a tutta quella
gente.
Alla faccia della privacy.

Che tempi! Se Cristo fu venduto per trenta denari a noi ci svendono per molto meno.
E non c'è da esser contenti.

4 commenti:

  1. Tutt'altro!
    Ma la colpa di chi è?
    Ogni popolo (democratico) ha il governo che si merita, giusto? ...e non mi riferisco solo a quest'ultimo governo, "tanto so' tutti uguali" diceva la mia povera nonna.
    E allora, ISEE alla mano, faremo anche questa.
    E meno male non ho riscattato la laurea!
    M.

    PS: Ma B. non scrive mai? ;-)

    RispondiElimina
  2. Io non credo siano tutti uguali. Così finiremo per farli diventare tutti uguali. Io credo che sia tempo di prendersi la responsabilità di scegliere davvero. Non si può accettare sempre tutto. Forse sbaglio ma informarsi e opporre resistenza e' il minimo adesso. Almeno per me.
    Grazie M.

    RispondiElimina
  3. Senti ma...
    intanto che ci organizziamo per la rivolta, mi dici come faccio a far comparire il nome al posto di "anonimo ha detto" che mi pare tanto triste? Ho visto tra le opzioni della tendina la voce Nome/URL...
    Sapessi che vol dì URL...
    Un poco informatico M. ;-)

    RispondiElimina