venerdì 28 dicembre 2012

Quando l'amore è il potere di una sola parola giusta (Parole, parole, parole - Mina e Alberto Lupo)

Lui era un vero re. Il mondo girava attorno a Lui.
La sua bacchetta magica erano le parole.
Era un affabulatore. Se la giocava a parole con tutti.
Anche con Lei.
Anzi. Soprattutto con Lei.
Perché sapeva come farla sentire speciale.
E Lei si sentiva così speciale che era felice. Felice di tutto. Anche del nulla.
Avrebbe voluto un impegno, lo ebbe a parole.
Avrebbe voluto un progetto, lo ebbe a parole.
Avrebbe voluto un figlio. Non lo ebbe neppure a parole.
E con ogni Lei era stato così.

Poi a Lui accadde un'evento inatteso: per la prima volta nella sua vita si innamorò.
Si innamorò di una nuova Lei, venne sopraffatto dalle sue parole.
Perse la sua bacchetta magica, già, perché questa Lei con le parole era un portento.
Se la giocava a parole con tutti.
Anzi. Soprattutto con Lui.
Perché sapeva come farlo sentire speciale.
E Lui si sentiva così speciale che era felice. Felice di tutto. Anche del nulla.
Avrebbe voluto un impegno, lo ebbe a parole.
Avrebbe voluto un progetto, lo ebbe a parole.
Avrebbe voluto un figlio. Non lo ebbe neppure a parole.

Poi un giorno Lui si svegliò ed era solo.
Non aveva più Lei, non aveva più le parole di Lei, non aveva neppure le sue di parole.
Era confuso, non le ricordava.
No, forse le aveva perdute. O qualcuno gliele aveva rubate.
Non sapeva che dire, che dirsi.
Si sentì abbandonato, solo, violentato.
Soffriva tantissimo, era deluso soprattutto perché Lei gli aveva regalato solo parole vuote, giocando con i suoi sentimenti sinceri.

Come si poteva chiamare questo freddo che sentiva adesso? Bastava una sola parola giusta.
Ma non la sapeva. Tutte le volte che aveva fatto provare agli altri la stessa cosa non si era preoccupato di dargli un nome. E ora aveva un gran bisogno di dire quello che provava. Ma non riusciva: non sapeva quali parole poter usare.
Era nudo, piccolo. Ma non lo sapeva dire.
Stava male. Ma non lo sapeva dire.

A) FINALE NATALIZIO MIRACOLOSO:
Prese il telefono, chiamò le Lei con cui era stato così.
Non dette tempo ai convenevoli, alle risposte, a niente.
"Ciao, sono io. Adesso ho capito. Scusa. Non ho altro da dire. Perdonami, se puoi".

B) FINALE BANALE COM'È BANALE QUESTO RACCONTO
Uscì con gli amici, fece finta di stare bene.
Bevve un po', dormì un paio di giorni. Poi tornò quello di prima.




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