sabato 29 dicembre 2012

***tempo, ritmo e lunari

Bruciano le candele, finiscono le pagine del mio lunario preferito, la coperta riscalda quanto basta.
La luce nella stanza è rilassante e il telefono non suona.
Il mio tempo stasera ha un ritmo lento.

Il tempo dei giorni ha ritmi diversi: capita che il motore sia su di giri, oppure vada al minimo o che la macchina sia ferma per un po'. Va tutto bene.
Non mi scalfiscono più le provocazioni gratuite. Se c'é chi si diverte a macellare carne, lo faccia. Sono da un bel po' tendenzialmente vegetariana.

C'è una cosa che ho sperimentato: i cicli si chiudono nostro malgrado, ma niente finisce mai davvero. Semmai cambia di senso, di valore, di prospettiva.
Quello che sembrava di vitale importanza, diventa dettaglio trascurabile.
I pesi e gli esseri umani insopportabili, a un certo punto sono fonte di sollievo.
Con la coscienza serena e trasparente, anche l'errore che commetti diventa perdonabile.
E finché hai più desideri che rimpianti, ad una stagione che tramonta ne segue sempre una nuova, perché sei ancora giovane. Molto giovane. E ti piace così.

Come la luna, che stasera è piena e tra qualche giorno inizierà a sparirà per poi tornare a risplendere.
Lunari appunto.
Un Lunario che finisce mentre un altro è pronto sul tavolo per esser sfogliato e che anno dopo anno stringi tra le mani con la devozione con cui stringeresti e baceresti la mano di chi quel lunario te lo ha fatto conoscere ed amare. 
Un lunario povero che veniva letto per tradizione da chi era nato contadino e aveva avuto la fortuna e la tenacia di imparare a leggere da solo. Simbolo di un mondo antico fatto di saggezza spicciola e buona. 
La saggezza di chi -con amore infinito- ti diceva: "Oh Popa te sei brava studia e studia tanto. Ma 'un ti fa' buggera'. La vita, le genti, 'un s'imparano nei libri e nelle parole. Ascolta tutti, ma poi fai come ti pare. Tanto quello che è vero 'un lo sa nessuno e chi c'ha capito qualcosa 'un è mica tornato indietro a raccontarcelo..."

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