giovedì 22 agosto 2013

Quando l'amore è un numero da cancellare (Por una cabeza - Carlos Gardel)

Lei se ne stava lì pallida e incredula.
Era elegantissima, sorrideva, stringeva mani, diceva cose gentili e di circostanza mentre passavano calici di champagne.
Era successo tutto così in fretta da non poterci credere.

A quel tavolo quella sera, sedevano ricchi signori in giacca e cravatta, degnamente decorati da ricche signore in abiti chic, griffate in ogni dettaglio, gioielli compresi.
Ad un certo punto la luce del cellulare illuminò la sottile seta della sua borsetta.
Con molta discrezione Lei guardò di chi fosse il messaggio.
No. Non era di Lui.
Eppure Lei le scriveva spesso. Ma da un po' non riceveva risposte.
Era quasi rassegnata e nel riporre il telefono si lasciò scappare un sospiro.

Nonostante le risa, le chiacchiere e lo champagne, la vicina di posto non perse tempo per sottolineare che aveva notato la sua finta serenità.
"Qualche noia cara?".
"No, no. Tutto perfetto, grazie." con un sorriso anche Lei prese un calice e iniziò a sorseggiare in attesa del cibo. Poi arrivarono quelle 10 inutili portate di quella inutile cena che non finiva più e poi iniziò quell'inutile dopocena che non finiva più.. 

I maschi giacca, cravatta, sigaro e liquore continuavano a parlare di tutto, concentrati su come poter salvare l'umanità passando dalla finanza, all'alta gastronomia, all'ecologia. Ma un vero manager deve essere onnisciente.
Le femmine si dedicavano al gossip, ma non quello da parrucchiera o peggio da novella 3000.
Noooo. Il loro era gossip chic, quello che fa intuire le peggio cose senza dirle. Quello che sa tutto di tutti i pezzi grossi e che potrebbe essere usato come arma letale. Roba da far tremare i polsi.
Lei, che con quel circo aveva davvero poco a che fare, se ne stava soprattutto ad ascoltare.
Pallida, incredula e anche stanca.

Le 2 erano passate, ma si continuava ad ordinare prosecco, rum, whisky e via andare.
L'entità e l'importanza dei discorsi aumentava col salire del tasso alcolico. Ma la cosa sconvolgente è che dopo litri di alcool nessuno perdeva il suo aplomb.
Che vita dura quella del manager!

In tutto questo Lei si chiedeva: io qui che cosa ci faccio?
Il telefono illuminò di nuovo la sua borsetta.

"È Lui", pensò.
Invece no. Una mail che offriva uno sconto super per un viaggio da comprare al volo.

Non era Lui.
Lui non c'era.
Lui non ci sarebbe più stato.
Lui se l'era portato via un frontale ed era inutile continuare ad inviargli messaggi e aspettare risposte.

Ora ricordava chiaramente.
Ebbe freddo in quella notte a 35 gradi.
Fu in quella situazione surreale che Lei decise di fare quello che non era riuscita a fare in tanti mesi.
Prese il cellulare e, fregandosene della forma, cercò il nome di Lui nella rubrica e lo cancellò.

Poi si alzò, chiese scusa e disse che aveva ricevuto un messaggio per cui - mortificata - doveva necessariamente lasciare la bella compagnia.
Non avendo voglia di stringer mani alzò il calice e fece un brindisi alla piacevole serata. I maschi si alzarono in piedi, le donne rimasero sedute. Sorrisi e convenevoli, poi si allontanò nella notte.

Scoprì che erano le quattro perché sentì i rintocchi della campana.
Fu allora che si accorse di aver camminato tanto e di avere male ai piedi.
Ma i piedi erano finalmente tornati a calpestare la terra.
Fu allora che si accorse di aver pianto tanto e di avere ancora occhi capaci di vedere, ma di non averli voluti usare e di aver continuato a ballare cieca cercando di indovinare i passi.
Quei passi che nella vita, così come nel tango argentino, si possono solo improvvisare.
E qualche volta tocca di ballare anche con la sola idea di qualcuno che non c'è più.



2 commenti:

  1. Semplicemente bellissimo. Non è facile raccontare il dolore con tale grazia e levità. Complimenti, e scriva di più.
    Pier Paolo

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  2. La vita è bella anche quando fa male.
    Grazie Pier Paolo

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