domenica 1 maggio 2011

Quando l'amore passa da una tazzina rotta (Dedicato - Loredana Bertè)

Non riusciva a capire perchè. E non voleva manco che accadesse. Però, quando si fermava a pensarci un po' su, si rendeva conto che a Lui aveva dedicato e continuava a dedicare il suo tempo migliore, la poca passione che ancora aveva nel sangue, i sentimenti più nobili e puri.
E non capiva il perchè: Lui era straordinario è vero, ma a modo suo. E poi a ben pensarci Lui non le piaceva fisicamente, Lui era l'amico ideale di ogni donna, Lui era un seduttore per mestiere, Lui era fondamentalmente un'egoista.
Lui la deludeva costantemente.
Magari quendo c'era, c'era tutto, ma era una sensazione che durava poco, il tempo di togliersi la voglia.
Però Lei pensava di amarlo e in nome di questo amore lo accoglieva così com'era. Da sempre. Soffrendo e sorridendo.
Anche adesso, che avevano deciso di restare amici.
Lei aveva provato ad avere una storia con un'altro, ma (chissà perchè) non era come Lui.
E Lui - che nel frattempo strapazzava una ragazza a sera - appena lo aveva saputo c'era rimasto malissimo, aveva incassato il colpo e, raccontando/si di sentirsi liberato dal peso di averla lasciata, aveva iniziato a frequentarla con maggiore assiduità. Per Lui era davvero una gran figata essere amici dopo una storia, anche se fondamentalmente amava sentirsi ancora desiderato, rimpianto da Lei.
E il bello è che Lui era candidamente sincero nel non rendersi conto di quanto male continuasse a farle.
Lei sentiva che Lui non era mai stato davvero "roba" sua, però continuava a sperare che con il tempo cambiasse, ci ripensasse, decidesse di crescere e tornare con Lei.
A pensarci bene le poche storie importanti che Lui aveva avuto erano state con donne impossibili, donne che non potevano andare bene, così era certo di restare lontanissimo dalla parola "impegno", "responsabilità".
Però Lei con quelle donne non c'entrava niente. Lei si era sentita davvero speciale per Lui.
Anche quando Lui le raccontava bugie e fuggiva dai sentimenti mescolandoli al sesso.
Poi si ruppe una tazzina da caffè e con quella un equilibrio.
Lei sapeva che Lui era in zona, e e sperava che sarebbe passato a salutarla almeno per un caffè. Aspettò tutto il pomeriggio. Ma Lui non si fece vedere e neppure sentire.
Era successo mille altre volte.
Aspettando aveva apparecchiato per un caffè. E mentre stava riponendo le tazzine non utilizzate una cadde.
Lei vide in quei mille pezzi, i pezzi di se stessa.
Provò orrore: non voleva neppure pensarsi così.
Ma fu subito chiaro che i pezzi di quella tazzina non avevano a che fare con l'attesa di Lui. Non era la storia da rimettere insieme.
Anzi, fu subito chiaro che di Lui e delle sue mezze verità, non gli importava proprio niente.
La vera bugia era quella che Lei raccontava a se stessa: aveva chiamato amore una raffinata specie di masochismo.
Ma l'amore è un'altra cosa, pensò, e i pezzi da mettere insieme adesso erano i suoi di Lei.
Alle donne accade spesso. Ma spesso sanno anche guarire.
Si mise un bel vestito e uscì, era tempo di comprare tazzine per caffè nuove di zecca.

 


2 commenti:

  1. Mi sono imbattuta per caso in questo blog tutto al femminile e forse era proprio quello che mi serviva in questo momento. Un universo simile al mio, un universo di donna che ha vissuto gli affanni dell'amore sognato, ma mai realizzato concretamente. Perché sai, mi sono accorta col tempo e con l'età, che la tanto acclamata questione dell'emancipazione femminile in realtà non si sia mai attuata profondamente. Perché in fondo è nostra responsabilità non dare troppa importanza a persone che in realtà non meritano il nostro amore. Come la donna del racconto (presuppongo sia tu), anche io ho vissuto una relazione masochistica in cui purtroppo ero sempre io quella che aspettava, quella che sognava, quella che accettava i silenzi e le bugie. Non si impara mai troppo con l'esperienza, ci sarebbe bisogno di una totale autoaffermazione della propria condizione femminile al di là dell'abbraccio maschile che tanto agognamo noi donne. Chissà perché, come dici poi, abbiamo bisogno di qualcosa che non possiamo in realtà avere. La mancanza deve riempirsi di noi stesse perché l'egoismo marcio si ripaga con l'egoismo sano, quello della sopravvivenza e del volersi bene per stare bene. Un po' di solitudine non guasta....

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  2. Benvenuta!
    No. Non parlo di me, non sempre. Parlo delle donne per come le conosco e mi si raccontano. Parlo degli uomini che ho conosciuto o immaginato, ma poi ci metto fantasia. Alla fine scopro che ci sono esperienze simili, situazioni che si ripetono e sogni che accomunano. Ogni volta mi sorprendo di questo e ringrazio.
    L'egoismo marcio si ripaga con l'egoismo sano. Hai ragione! Ecco, alla fine scrivo per una sorta di egoismo sano che talvolta mi serve ad esorcizzare la realtà.
    Grazie, nuova amica, spero di ritrovarti qui ogni volta che vorrai!
    S.

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