lunedì 4 marzo 2013

RIFLESSIONI 49 / certe mamme

Stasera penso alle mamme. O meglio, penso a certe mamme che ho conosciuto.
Quelle che ti sorridono e ti fanno sentire a casa anche se non ti hanno mai visto se non attraverso le parole dei loro figli.

Mamme.
Sono perfette nella loro meravigliosa, umanissima fragilità.
Sono mamme speciali, mamme che sbagliano.
Mamme che sanno il rispetto, che sanno la condivisione ma che conoscono la giusta distanza.
Sanno stare al posto loro. 
Incoraggiare con uno sguardo o con un caffè ben fatto se vicine, o con un certo tono di voce al telefono se lontane.
E non smettono di cercare la strada migliore per arrivare a capire le ragioni profonde di un figlio. Anche quando sono ragioni per loro incomprensibili. 
Sono mamme che sanno parlare, e urlare ma sanno cosa è il silenzio. Sanno cos'è la paura e cosa è la speranza.
E siccome anche loro non dimenticano di esser figlie, sanno che esser figli non è sempre facile e comodo. E così chiedono scusa, chiedono comprensione. E chiedono un caffè ben fatto in quei giorni che anche per loro è buio pesto.

Poi ti invitano a non mollare, a starci dentro fino in fondo alla vita che hai e a farlo riuscendo ad esser sempre il meglio che puoi e sai essere.

Magari non sempre sono capite perché non tutti le sanno o le vogliono guardare.

Loro invece hanno occhi buoni e mai troppo stanchi per guardare quel figlio diventare bambino, adolescente e poi adulto, con la convinzione di aver dato gambe e forza ad un progetto che non è affatto loro: e questa rara capacità di lasciare andare in piena e totale libertà qualcuno che hai nutrito con la tua carne è forse l'unica misura di quello che -noi umani- proviamo a chiamare amore.

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