venerdì 22 luglio 2011

Quando l'amore è parola che si spegne (Tu no - Piero Ciampi)


Lui aveva scritto quella cosa per altri ma parlava di sé, della sua vita, e soprattutto di Lei.

Parole che bruciavano la pelle:
“I disperati, i persi, piacciono da matti alle donne. Sentono da lontano il loro odore per vestirsi in fretta da abili crocerossine. Mi ritrovavo solo e fermo, in quel tempo della vita, accettando con stupido orgoglio il sorriso della fortuna, dell'amore e della gloria, senza avvedermi che in quel preciso istante del giorno e della vita vi era già il presentimento del prossimo, lentissimo declino della luce, il presagio di un lontano tramonto. 
I disperati vengono creduti sempre tranne quando dicono il vero.
Non serve gridarle di non andare via, anche se quello è un felicissimo istante, il più felice e il più vero. E' il canto della cicala, un canto lungo, fermo, teso come un filo attraverso l'aria vitrea, che non ha coscienza né della sua brevità né della sua tristezza. E ci pare di riempire il mondo, di superare ogni altra voce, d'esser la misura del tempo e della gioia, di una eterna estate e di una giovinezza immortale.
E ad un tratto il filo si spezza e nel silenzio si ode il morente crepitio delle ali, il tonfo secco che la cicala fa cadendo ai piedi dell'albero".

Lei aveva avuto di scoprire per caso che quelle parole erano state scritte da Lui. Ne era al tempo stesso colpita e indignata.

Colpita, perché ne riconosceva la poesia, ma indignata perché si meravigliava che Lui ancora avesse parole, parole come quelle che mescolandosi talvolta a precipizio l'avevano fatta tanti anni prima innamorare.

E’ vero, Lei non gli aveva creduto quando Lui le aveva sussurrato di non andare via.

Ed era tardi. Ormai era troppo tardi.

Le parole si erano spente e avevano lasciato spazio al silenzio.

E il silenzio, al vuoto.

E ora c’era solo il vuoto. E il vuoto era così pesante che l'aria non si poteva respirare.

E il vuoto schiacciava il petto.





Nessun commento:

Posta un commento