domenica 3 luglio 2011

*** resistenza

Si dice che quando si chiude una porta si apre un portone. Si dice che non può esser sempre tutto in salita. Si dice che la fortuna gira. Si dice che dopo la pioggia torna il sereno.
Vero.
Prima o poi accade che le situazioni cambiano.
Ma quando sei davanti a una porta chiusa, e trovi solo portoni serrati, quando sei in salita e trovi solo montagne da scalare, quando la fortuna non ti degna di uno sguardo, anzi, si allontana da te in maniera eclatante, quando dopo la pioggia arriva anche la grandine è difficile crederci.
Soprattutto se va così da tanto, troppo tempo.

Ho imparato che intanto si deve resistere.
Già, la resistenza.

Ma la resistenza non è un modo per sopravvivere in attesa che le cose cambino.

La resistenza è un attitudine, un comportamento attivo, un modo di fare appello alla forza che hai per restare dignitosamente quello che sei, anche se sei in fondo a un baratro dove proprio non vuoi stare.
La resistenza è mostrare il dolore che provi, a testa alta, con la speranza che passerà, rifiutando la compassione.
La resistenza è accettare ciò che non puoi cambiare e trasformare il tuo modo di vedere quella cosa, non facendotela piacere, ma sapendo che è così ed è inutile buttarci energie che andrebbero sprecate.
La resistenza è ingegnarsi di trovare soluzioni anche quando gli eventi ti tolgono lucidità e voglia. Anche quando arrendersi sarebbe più facile. Anche quando non provi neppure più rabbia tanto sei sfinito e sopraffatto dai cieli neri che ti pesano sulle spalle. Da parole dette a sproposito. Da offese che arrivano da chi parla a vanvera.

Perché la vita va avanti anche quando sei lì a "resistere". E quindi anche il resistere è vivere.

Anche quando immagini o vivi situazioni che ti stanno cambiando in maniera definitiva; anche quando hai paura che modificare il tuo stile di vita ti porti alla terribile condanna di prendere atto che stai (anche tu) crescendo e hai (anche tu) la responsabilità in primis di te stesso; anche quando immagini che se ci fosse accanto a te qualcuno con cui dividere la fatica del resistere e del vivere sarebbe tutto più facile; anche quando pensi che non essere solo sarebbe più comodo a una certa età, per week-end tranquilli, per compagnia e in caso di necessità... alt!
In questa altalena di emozioni è facile fare errori, disastri anche e poi pentirsi: meglio fermarsi e prendere il tempo che ci vuole per distinguere il fieno dalla paglia.

E allora mettersi lì e con onestà avere il coraggio di lasciar perdere ciò che sarebbe apparentemente comodo perché magari potrebbe offrire una soluzione più facile e veloce, da ciò che invece la vita ti propone come sfida, ti fa paura e, senza dubbio, ti costringe a decisioni più difficili e periodi più lunghi di resistenza.
Perché è nella resistenza che si costruisce.
Si è costretti a pensare, immaginare, inventare, inventarsi, vedere quanta forza abbiamo. Lasciarsi anche un po' portare dal caso, perché se sei stanco talvolta ti abbandoni (non per fiducia eh, per carità, per sfinimento)
E da quello ripartire.
E mentre sei lì che sputi sale con la bocca sempre amara, la vita va avanti e va avanti proprio la tua con il suo bagaglio di merda e paura, di cose belle e di cose da godere, di cose da aggiustare e di soluzioni da trovare, di speranze e di attese.

Sarà paradossale ma è nel momento in cui non riesco a respirare che mi rendo conto di essere ancora viva e di voler essere ancora viva.

E allora pensi che sarà sempre una giostra.
Ci saranno giorni in cui sarai di nuovo sereno, leggero, felice (almeno per un po').
Ci saranno giorni più grigi.
Ci saranno giorni di disperazione e lì ti toccherà di nuovo resistere.
Resistere ancora, sempre senza mollare. E poi risalire verso una leggerezza che ti somigli.
E avere ancora fiducia. E di nuovo esser pronti a resistere.
Almeno finché saremo parte di questa bella avventura che è la vita.

Questo è quello che penso oggi, dopo giorni durissimi che sono in qualche modo passati, mentre ho davanti altri giorni durissimi che passeranno, mentre vedo amici spaventati che resistono con coraggio  e non se ne rendono conto e mentre sto resistendo anche io senza averne finora piena consapevolezza.

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