giovedì 20 ottobre 2011

***due caffè pagati

Arrivo, cambio valigia e riparto. Distratta, mentre percorro sul mio "ciao" la discesa verso il garage, mi colpisce un nome su uno di quei manifesti che sancisce il silenzio e l'addio.
Freno. E non ci credo. 
Mi hai rimproverata di non aver ancora bevuto il caffè che mi hai lasciato pagato al bar dove mi hai "abbordata", mi hai addirittura detto che per dispetto me ne hai lasciato anche un altro già pagato...
Mi hai detto che non ci sono mai, manco per un maledetto caffè e che l'ultimo, seduta con te, risale al marzo forse aprile scorso.
Mi hai detto che ti sarebbe piaciuto farmi cantare nel tuo gruppo (ora si chiamano band).
Mi hai detto che stava per uscire un nuovo libro. Volevi una mano.
L'ultimo dolce rimprovero dalla finestrina che si affaccia sulla via principale. E i tuoi occhi blu che non lasciano scampo.

E oggi di te mi restano appunto i libri, le tue dediche, una poesia che hai scritto per me e che hai confessato aver proprio scritto per me e delle lettere che io ti ho scritto e non ti ho mi dato forse per pudore, forse per pigrizia, pur annunciandotele.
E sì che tu le desideravi, me lo avevi detto tante volte. E sì che poi son timida.

E adesso che io parto di nuovo e che tu sei partito per sempre, di cosa me ne faccio delle parole che non ti ho mai detto?
Manco il tempo di dirti ciao. Manco il tempo di un biglietto scritto con l'inchiostro colorato della stilografica che tanto piace a noi. Manco il tempo di capire dove sei, dove ti porteranno. E non lo chiederò, lo sai.

Che scherzo il tempo, il silenzio, la luce.
Quanta arroganza e supponenza e superbia nei nostri: lo farò, te lo dirò, lo vedremo, lo faremo.
E io adesso mi sento più sola e più stupida per una serie di motivi che vedi ora ti direi e che invece non saprai mai. Maledette parole!
Il bene lo si deve dimostrare coi fatti e io so di non esserci riuscita con te. Ti ho sempre fatto attendere, e con quale diritto?
Tu hai atteso me, tu che mi hai insegnato tanto e a cui devo moltissimo.
E adesso mi tormenta il pensiero.

Volendo, mi restano quei due caffè pagati.
Sai che il caffè lo bevo solo amaro, ma adesso mi sembrerebbe fiele.

Nessun commento:

Posta un commento