giovedì 7 febbraio 2013

Post-it / 21 telefoni & affini

Mi sono attaccata un bel post-it al muro: 
"se qualcuno vuole dirti qualcosa che usi strumenti convenzionali: penna, telefono, voce et similia"

Non è la prima volta che me lo ripeto e che me lo scrivo. Sono specializzata infatti nel catturare messaggi "indiretti", inviati da altrettanto "indirette" persone.
E così succede che in mancanza di chiarezza una qualunque cosa  può all'improvviso significare tutto e il contrario di tutto.
Già, fatto e chi mi conosce lo sa. Ma non è un'esperienza che mi va di fare ancora.

Soprattutto quando si tratta di questioni "private". 
Basta con l'amico che racconta per caso dell'amico, del libro che spunta per caso, della canzone messa lì per caso e di qualsiasi altra cosa per caso.
In certi casi non esiste il "per caso".

Siamo tutti abbastanza evoluti da poter comunicare in tempo reale anche con chi sta dall'altra parte del mondo e possiamo farlo con molteplici strumenti. Qual è dunque il motivo di scegliere vie oblique? 
Tra le tante risposte me ne rimbalza in testa soprattutto una: che sia mancanza di coraggio? 
Bene, se è così ho deciso che non mi interessa di stare ad interpretare segnali. Se una volta mi sembrava una sfida affascinante, adesso mi pare una insopportabile perdita di tempo.

Rileggo il mio post-it:
"se qualcuno vuole dirti qualcosa che usi strumenti convenzionali: penna, telefono, voce et similia"

E poi aggiungo un post-scriptum:
"Se non lo fa, vuol dire che non ha nulla di così importante da dirti"

Ecco.

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