martedì 8 febbraio 2011

Quando l'amore è anti tecnologico (L’inferno sono gli altri - Virginiana Miller)

Lei di informatica ci capiva davvero poco. Però si era sempre arrangiata e qualche piccolo risutato lo aveva ottenuto.
Ci capiva poco anche con le diavolerie dei telefonini, però anche lì si era dovuta adeguare.
Più che della virtualià si interessava dell'anima. E in genere scopriva mondi misteriosi e tutti diversi fra loro.
Spesso veniva delusa, spesso veniva sorpresa. Ma era un viaggio fantastico, sempre fantastico.
Ecco perchè non rinunciava al contatto umano.
"Il mondo virtuale azzera tempi e distanze -pensava- è una gran comodità, ma se devi capire qualcosa di qualcuno devi guardarlo negli occhi e a lungo".
Così, spesso si invischiava in situazioni complicate, indefinite, poco chiare perchè la sua lentezza nell'esplorare l'animo altrui e poi parlarne, mescolarlo al proprio non andava di pari passo alla velocità dei tempi moderni.
Forse doveva semplicemente sentirsi "vecchia" o comunque "fuori moda".
Di certo era "fuori tempo".
Lei era sempre "fuori tempo".
Amava la musica e sapeva ballare, ma il tempo della vita non lo aveva capito.
E infatti era stata seria e posata nell'età in cui è lecito "scalmanarsi", poi si era sciolta e offerta alla vita quando ormai certe responsabilità avrebbero richiesto maggiore "giudizio".
Era "fuori tempo" per ogni orologio: nel mangiare, nel dormire, negli appuntamenti, nel borsello, e anche con le stagioni (e infatti aveva cappotti da estate).
Però si arrangiava sempre, metteva in moto la sua macchina e alla fine riusciva a farcela.
C'era una cosa però che le riusciva di rimediare male: Lei era soprattutto fuori tempo nei rapporti che richiedevano un certo tipo di investimento.
E infatti era sola.
Ecco, lì in genere si sbagliava proprio. Cercava l'anima del prossimo come si cerca una pepita d'oro, un diamante, e talvolta pensava di averla trovata. Ma era sempre il tempo a fregarla: non ce n'era mai abbastanza per capire davvero. Così collezionava delusioni e regalava delusioni. Perchè capitava anche che questo andare di fretta non le concedesse di scoprire il bello dove il bello magari c'era.
Alla fine s'era fatta un'idea tutta sua e magari sbagliata: tra quello che le persone pensavano di essere e quello che erano c'era una bella differenza. Tra quello che si riusciva a dire e i fatti c'era una bella differenza.
Ascoltava una canzone: "E ognuno è nel suo spazio e ognuno ha qualcosa da dire/che un po’ ti sto a sentire thank you for adding me"...pensava che sì, ognuno è nel suo spazio e peggio, nel suo egoismo e nella sua paura. E giù add, che tanto non costa niente esser carini in modo virtuale...
Perchè poi  in questo parlare veloce, raccontare e raccontarsi veloce, ci sta di perdere il senso di se stessi e finire a parlare di altro.
Ci sta di essere disorientati, frastornati, confusi.
E così lavorando al computer, chattando coi colleghi, vivendo di sms aveva provato sulla pelle che "hai 2500 amici ma nessuno è lì con te per prendere un caffè".
Soprattutto quando di un caffè davvero ne aveva bisogno e su quei 2 forse 3 amici ci contava davvero. Allora chiedeva e la risposta era "non ho tempo, mi dispiace".
Non c'era proprio niente da fare Lei era fuori tempo, Lei era ancora a favore delle "bocche lingue versi suoni così umani troppo umani". Roba da millennio scorso...
Però Lei amava l'umanità, e i sentimenti, e il calore, e l'accoglienza e tutto si sarebbe potuto dire di Lei tranne di essere "anti-umana".
Roba da far rizzare peli e capelli: per la miseria se era vecchia e fuori moda!


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