lunedì 21 febbraio 2011

RIFLESSIONI/5 friends with benefits e altre amenità

Riflessione di genere. E molto generalista.
Può un uomo essere concepito secondo il modello con cui venivano fatte un tempo le donne?
Provo a spiegarmi meglio.
Può un uomo pensare -al secondo appuntamento- come potrebbe essere regalare un anello di fidanzamento alla sua nuova compagna?
Può un uomo innamorarsi fino al punto di perdere la sua genetica disinvoltura nel trattare le relazioni e di conseguenza rischiare anche di soffrire?
Può un uomo avere paura di essere "sedotto e abbandonato"?
Me lo chiedo perché i cosiddetti "friends with benefits" è una roba che parrebbe inventata dai maschi moderni per semplificarsi la vita.
Eccerto: un tempo l'uomo sposato che aveva l'amante e magari lo raccontava agli amici era uno "ganzo", l'amante in questione era una "poco di buono" che di certo doveva guadagnarci qualcosa nel recitare questa parte scomoda, la moglie invece era la povera donna sedotta e abbandonata per colpa della donnaccia.
Il poveretto si ritrovava nel mezzo a due donne insoddisfatte e per la miseria, non avrei voluto stare nelle sue scarpe.
Prigioniero con due catene. meglio assolutamente "friends with benefits".

Ed ecco che le cose sono cambiate, almeno nella forma.
Ma nella sostanza?

Sempre più spesso, nella vita vera scopri storie di femmine che si distaccano dai vecchi stereotipi e fanno sesso così, per il piacere di farlo.
Nessuno forse urla più:  "se non ti sposi sei una poco di buono", ma di certo sono in tanti a pensare che se sei femmina e fai sesso con qualcuno, senza impegno, solo perché ti piace di farlo sei una "pochissimo di buono". Tralasciando i risentimenti più o meno umani e naturali delle povere signore tradite dai loro maschietti, gli anatemi e le lettere scarlatte tatuate dalle signorine che non se le fila nessuno perchè acide e inamabili, gli interessi messi a dura prova di quelle donnucole che invece il "benefit" se lo fanno pagare profumatamente e son stronze,  i primi a inorridire per la paura son proprio quei maschi cacciatori e predatori che un tempo devastavano cuori e anime del genere femminile.
Alla faccia dei "friends with benefits". 

O vediamo se ci tocca di scoprire che alla fine la "donna ideale" che ogni maschio descrive, ovvero quella che te la dà volentieri e non ti rompe, sia una gran balla che i signori uomini si raccontano...
La donna che fa sesso con un uomo senza implicazioni, godendosela serenamente, può far paura.
Significa che ha accettato, superato e addirittura se ne frega di tutte le eventuali etichette che potranno metterle addosso. A partire dal'uomo con cui ha a che fare magari per quella sera soltanto. 
E allora l'uomo che se la trova davanti va a cercare la didascalia: "se è così è perchè finge, lei è per forza un po' innamorata di me".
Eh, magari no, magari a lei è piaciuto solo il dopobarba e non aveva niente di meglio da fare...

La domanda è: sono pronti i maschi ad accettare che le donne sono i nuovi uomini?

E poi giriamo la frittata.

L'uomo che si innamora e diventa romantico e si fa mille scrupoli e ha mille paure, lo sa che di fatto è la nuova donna?
Lo sa che la donna che le sta davanti lo trova credibilissimo e lo vede addirittura goffo quando tenta di rifugiarsi nei vecchi modelli del macho/dongiovanni per nascondere il sentimento?

Già, il sentimento...
Io son persuasa che i sentimenti così come la morte, son democratici. Colpiscono dove capita. 
Però se dalla morte non si scappa perché non c'è bugia che possa nasconderla, dai sentimenti si può far in modo di scappare.
Come? Mettendosi corazze, mantenendo il potere sull'altro, cercando di evitare il coinvolgimento a costo di fare una fatica bestiale.

Signori, sappiatelo, alcune donne hanno acquisito la vostra "disinvoltura", e sanno distinguere quando è sesso o quando è amore. Sanno indossare corazze anti/sentimento, ma poi, se ne vale a pena, sanno ancora rischiare quando si innamorano.

Voi? Sapete rischiare?

Perchè il peccato originale che ha dato vita a questi assurdi clichè a mio avviso è solo uno: l'innamoramento.
Avere il coraggio di innamorarsi e attraversarne le conseguenze fino in fondo.
L'innamoramento è una sorta di "malattia", prima o poi finisce, e c'è sempre qualcuno (uno dei due) che ci resta più sotto dell'altro.
E allora delle due l'una: o lo risolviamo con i clichè o ce lo viviamo e sia quel che sia.

Esattamente come la vita, di cui bisogna essere soprattutto innamorati, anche quando ci delude e non ci piace. Senza paura di dirlo.

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