martedì 15 febbraio 2011

Quando l’amore è imparare ad amarsi (Sally - Vasco Rossi)

Lei era una donna bella, simpatica e intelligente. “Una rarità” come le diceva la sua amica. Lei ne sorrideva pensando che l’amica la guardasse e la giudicasse con gli occhi del cuore. Di certo era arrivata a 40 anni abbastanza in forma, era sì simpatica ed era anche intelligente.
Aveva un lavoro che si era costruita, aveva tanti interessi, aveva tanti amici.
Era intelligente sì, tranne quando si trattava di analizzare certi suoi “comportamenti”.

Aveva fatto tanti errori, ma chi non ne fa.

Era morta e rinata mille volte, aveva cambiato pelle come i serpenti, per crescere, per migliorarsi. Ma non si era mai sentita fiera come avrebbe dovuto per averci messo tutta questa forza e tutta questa fatica.

Nonostante il lavoro, gli amici, gli interessi la sua vita era incompleta. Di fatto Lei non aveva trovato (e forse neppure cercato davvero) se stessa.
Aveva vissuto per compiacere gli altri. Perché la “riconoscessero”, perché la “guardassero” e l’”amassero”per ciò che Lei era davvero. Ma non si era mai riconosciuta da sola.
Per colmare il suo bisogno profondo di amore lo aveva cercato negli altri, ignara che l’amore lo si può trovare solo nell’accettazione di ciò che si è, senza giudizio.
Ogni volta si era innamorata, ogni volta ci aveva creduto, ogni volta aveva pensato che fosse la volta buona. Ma poi buona per fare cosa?
Per questo aveva avuto solo relazioni sbagliate, sempre con uomini che alla fine si “somigliavano” e che avevano qualcosa in comune. Forse trovava in loro una sorda e disperata solitudine che somigliava alla sua.
Per insicurezza o bisogno si era infognata in una convivenza sterile, inutile, fredda dalla quale era complicato venire via.

E allora continuava a sbattere come una farfalla nel paralume in uomini che non potevano o non volevano darle niente di più che qualche ora di tempo. Con affetto magari, nei casi migliori con amicizia, ma sempre a debita distanza.

E Lei continuava a non sentirsi “nulla” per nessuno. Così era sempre più sola, così era sempre più sfiduciata e delusa.

Quando poi arrivava un uomo nuovo che la cercava perché bella, intelligente e simpatica, riprendeva a fantasticare, a psicanalizzare, a farsi film e - per sopravvivere - aspettava il prossimo incontro, il prossimo sms, il prossimo bigliettino. Perché in quel momento sentiva il cuore battere due, tre volte e sapeva di esser viva. Ancora viva.
Ma poi finiva lì. E Lei si lamentava dell’egoismo di Lui, si lamentava della poca attenzione di Lui, si lamentava che Lui non era così disponibile come invece lo era sempre Lei.
Però continuava a giustificarlo pensando “è impegnato”, “ha la sua vita”, “è giovane”, “è stressato”.
Per ciascuno degli uomini incontrati c’era una giustificazione. Una giustificazione di ciò che non riusciva a trovare in Lui, una giustificazione per ciò che Lui non le dava.

Un giorno, dopo l’ennesima delusione, parlando con la sua amica si fermò a riflettere.
Perché una donna bella, intelligente e simpatica doveva soffrire così, e per chi?

Riflettendo scoprì che in realtà non voleva affatto il Lui di turno, voleva solo non sentirsi morta, voleva solo sperare che non fosse tutto lì, voleva un’ora d’aria per ricaricare le pile e continuare a credere che la vita poteva ancora sorprenderla. Cercava brividi, passione, fame di vita. Soffriva per sé stessa, non per chi le passava accanto.

Quel giorno capì che un’ora d’aria è un’ora d’aria, ma che respirare è altra cosa.

Capì che ci voleva coraggio. Capì che sì, poteva andare bene anche un’ora d’aria ma senza aspettarsi altro, in attesa di riuscire a volare davvero.

Già, volare davvero. Lei l’aveva mai fatto?
No –pensò – però la vita non era ancora tutta persa.

Quel giorno si guardò a lungo. Vide che era bella, intelligente e simpatica e che aveva bisogno solo di un paio d’ali.

Frugò in quel suo cuore enorme pieno di amore, di paura, di amore, di speranza, di amore, di delusione, di amore e amore e amore e vide che le ali c’erano. Erano lì.

Con quel suo cuore, chiese scusa e ringraziò tutti quelli che aveva incontrato. Loro non avevano bisogno di Lei e Lei non aveva bisogno di loro.

Chiese scusa soprattutto a sé stessa. Si perdonò per essersi maltrattata.

Da allora aveva un nuovo obiettivo: imparare a volare.

Non sarebbe stato facile, era pronta anche a fallire, ma sapeva di essere ancora viva proprio per questo: imparare a volare.



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