martedì 12 luglio 2011

RIFLESSIONI 26 / ne' confini del ben

Stasera immagino l'amicizia come una specie di banchetto, una tavola apparecchiata, di tanto o di poco non importa. Quel che c'è va benissimo. E ci si siede talvolta leggeri con la voglia di dimenticare il peso del quotidiano, talvolta pesanti in cerca di un sorriso, spesso per la pura e sola voglia e bisogno di sedersi e guardarsi e dividere quel che c'è sul tavolo. Anche in silenzio.
Può succedere che a quel banchetto ci sia qualcuno più vorace di un altro, qualcuno che ha più fame, un altro che è sazio e lascia la sua parte volentieri.
Può anche succedere che qualcuno sia distratto e così affamato da esser maleducato e indelicato e dimenticarsi di dividere quel che c'è.
Ma finchè c'è "fede" non si temono "tradimenti".  Finchè' c'è un cuore fiero di nutrire quell'amicizia non può che amare e andare oltre. Sopportare anche la fame e la poca cortesia di chi non ti ha chiesto "ne vuoi?".
E tu perché non hai preso o chiesto? Perché talvolta è inutile e senza volere capisci che pur seduti allo stesso tavolo si è incapaci di ascoltare e dire e parlare.
Allora meglio tacere. E aspettare che quello sguardo assente torni a guardarti. Con la stessa naturalezza di sempre. Placando la tua fame, la tua impazienza. Il tuo disappunto.

E se non ci fosse "fede" e ci fossero "tradimenti"? 
Non potresti non rendertene conto. Fosse un banchetto con ogni ben di dio sopra o fosse una panca di legno con un pezzo di pane secco da dividere in due, a te toccherebbero sempre e solo le briciole che cadono a terra.
E quello oltre a un tradimento sarebbe un umiliante dolore perché come diceva Girolamo Gigli secoli fa "ne' confini del ben / è la speranza".

E il bene io non so che immaginarlo puro e totale e disinteressato.
Si: "ne' confini del ben / è la speranza" e lì' si diventa migliori di ciò che si è

1 commento:

  1. Grazie Sonia,
    grazie delle immagini rese così ben dalle tue parole.
    Baciabbracci

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