giovedì 5 aprile 2012

Quando l'amore e' amare tutto (Dopo che - Massimo Volume)

Lei se ne stava seduta davanti a un calice di vino.
Tavolo per due. Come tante altre volte.
La cameriera gentile, attese che Lei si sedesse poi tolse un coperto e le sorrise.
Dopo tanti tavoli per "due", e dopo tanti altri due, ora la sedia davanti a Lei era vuota.
Era una.

Era stanca. Aveva camminato per un bel po' e incontrato persone e parlato e progettato. Poi era finita la giornata di lavoro e aveva ancora camminato per un bel po', senza una meta.

In quell'andare aveva ritrovato volti amati e vissuti amati.
Li aveva ritrovati in pietre, strade, vicoli, scorci.
Tutte persone, e fatti, e momenti di un passato che poi era la sua vita.
Tutta la sua vita.
Una vita che avrebbe voluto cambiare ogni giorno, ma che minuto dopo minuto la costringeva inesorabilmente a restare nelle gabbie che si era costruita più o meno consapevolmente.

Ma Lei ci sperava ancora.
Sperava di trovare il modo e anche un aiuto per aprire quella gabbia.
Girando il bicchiere tra le mani, penso' a quante volte aveva amato e a quanto ancora stava amando.
Non solo tutti quelli che nel tempo si erano seduti nella sedia che adesso davanti a Lei era vuota, no.
Aveva amato la vita soprattutto.

Una vita che vista da fuori sembrava interessante e di fatto lo era, ma che le aveva donato un po' di tutto tranne la dolcezza, la comprensione.
Si chiese il perché di tutti quei taccuini scritti a mano.
Si chiese il perché di tutte quelle lettere scritte col cuore e mai con la testa.
Si chiese il perché di tutte quelle parole regalate a chi non sapeva che farsene e restituiva silenzi.

Si chiese perché continuasse a sognare.
Bevve quel vino giusto per provare un sapore che non fosse quello del disgusto.
Non amava il vino, ma continuando a pensare che fosse meglio continuare ad amare tutto, se lo fece piacere.