martedì 29 maggio 2012

***invecchiare

Un corridoio infinito illuminato dalla luce bianca e fredda dei neon.
Silenzio.
Solo il lieve rumore di una macchinetta che distribuisce merendine e accanto un'altra che distribuisce caffè.
Per arrivare fino al caffè pero' dalla porta dell'ascensore c'è di che camminare. Siamo al primo lotto. L'ospedale ne conta cinque.
Sono le due? Forse anche di piu'.
Con tutta questa luce artificiale, il tempo non esiste.

Appare dal nulla un signore canuto. I pantaloni di un pigiama di maglia "rincalzano" la parte superiore. Ai piedi pantofole.
E' ben sveglio nonostante l'ora e mi sembra abbia voglia di parlare.
Invece mi chiede "Scusi, io non son dove andare, quei due erano qui poi mi hanno portato ad Arezzo e poi c'erano tante genti che dormivano".
Provo a capirci qualcosa.
Rinuncio al caffè e lo porto in giro in cerca di qualcuno che possa aiutarci. Un giro bello lungo fatto diporto chiuse e cosi si arriva fino al quarto piano dove so per certo che un'infermiera ci apre.
Affido quel canuto signore a lei e saluto.
Sono stanca, ma quell'uomo che peraltro - memoria a parte - fisicamente sembrava stare meglio di me, mi ha messo tanta tristezza addosso. Mi viene da piangere.

Tornando indietro guardo i corridoi infiniti e deserti e mi sento smarrita anche io che la strada la so, il nome per ora lo ricordo e so anche dove devo andare.
Mi prendo il caffè: la notte e' ancora lunga.

Si, la notte e' lunga, e lunghi saranno i giorni perche' siamo giovani e come una volta mi disse un'anima nobile e bellissima "voi siete ancora la' in mezzo".
Già siamo ancora la' in mezzo e sarà bellissimo invecchiare. Nonostante tutti i brutti incidenti della vita. Sara' bellissimo.

Ma che pena se capiterà di trovarsi canuti, in pigiama, senza identità, in un corridoio deserto di un ospedale immenso, in piena notte.
Che paura fa la solitudine quando la guardi in faccia e ti porta via il nome.
E' vero, si e' soli ogni giorno. Ma non così nudi. Non così privi di difese come chi non ha piu' se stesso a fargli compagnia.
Bevo il caffè e so che ho imparato un'altra cosa importante stanotte. E' facile perdersi, molto facile. E' bene tenersi d'occhio finche' si può.
Per ora, Sonia ha Sonia. E' già molto. Che piaccia o meno poco importa.
E si va così, perché noi siamo ancora la' in mezzo...

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