domenica 27 maggio 2012

RIFLESSIONI 42 / scrivi perché

In notti come queste scrivi.
Scrivi perché ti commuovono gli scrittori che ti fanno sentire fiera di esser parte di questo andare fatto di respiri, attese, silenzi, gioie, emozioni, bellezze, canzoni.
Scrivi perché fai tanti chilometri in macchina per cercare un lavoro che non c'è.
Scrivi perché in macchina ti capita di piangere. Per motivi diversi soprattutto per l'esplosione indefinibile del rosso dei papaveri.

Scrivi perché ti trovi ad abbracciare sconosciuti che dicono cose giuste al momento giusto, e persone che sono parte della tua vita che invece non sanno proprio chi sei. E forse ti fa male il fatto che non l'abbiano mai saputo, manco ora che ti piallano in tutta serenita'. Ma tu capisci e sei oltre. Hai sofferto e soffri molto per questo, inutile mentirsi, ma sai molto di più di tutto quel che sembra mistero. E sei serena, perché sei sempre stata leale e sincera e non hai niente da dimostrare, dire, dichiarare, signor tenente - minchia. E Peter Gabriel che giustappunto somiglia a Giorgio Faletti ti tiene su già "hold on".
E meno male! Con tutti gli amori andati a male che hai visto, con tutte le persone che ti hanno snobbato solo perché hanno capito che non sei la donna di...o che non lavori piu li'...

E allora scrivi.
Scrivi perché hai un groppo alla gola e un peso sulle spalle che non si sciolgono neppure al sole.

Scrivi perché non ci si capisce mai.

Scrivi perche' chi vede solo buio aspetta che passi e prova fastidio per chi gli racconta di quanto sia bella la luce, mentre invece chi vede solo la luce aspetta solo che duri e prova fastidio per chi gli racconta di quanto sia brutto il buio.
Nessuno dei due ha ragione, nessuno dei due vede la realtà com'e' perché ogni santo giorno e' fatto di luce e di buio, di sole e di luna, ed e' dura capirsi finche' non si ritrova un equilibrio. E finche' non si ha il coraggio vero di guardarsi negli occhi e nel cuore.

Scrivi perché hai visto chi ami sereno, in forma. Non felice. Ma finalmente sereno. E ti fa piacere. E sei sincera anche se non sei creduta. Altro giro, vai con la giostra, e a te non resta che pagare il conto. Pazienza. L'amore e' molto piu' di questa roba qui. Che almeno qualcuno sia sereno.

In una notte come questa scrivi perché hai sentito tanto male che l'ultimo cazzotto in faccia ti e' sembrato una carezza e l'ultimo abbraccio inatteso ti ha sciolto in lacrime che non volevi proprio versare.
Sei partita con un bicchiere moijto che ha viaggiato tra le tue gambe in maniera precaria per arrivare fin qui dove la parola necrosi detta di notte suona sinistra come non mai e ti fa ridere il fatto che sei donatrice universale di sangue ma non lo puoi donare perché hai la pressione troppo bassa (nonostante il moijto).
E poi hai un vestito bianco che sembri un'infermiera o una sposa di quarta categoria e sembri anche molto grassa.
In realtà i pantaloni della tuta che ti stai per mettere ti vanno larghi e il medico di guardia sbalordisce.

Passera' anche questa nottata mentre altrove ci sara' chi avra' da far l'amore controvoglia, da farsi un caffè controvoglia, da darsi lo smalto controvoglia, o andare alla catena di montaggio controvoglia.
A ciascuno la propria pena.

Sotto la faccia truccata con lo stucco, hai occhiaie profonde di cui adesso vai fiera: sono occhiaie di una donna che ama come sa e come puo' a prescindere da cosa cazzo voglia dire amare, senza limiti di condizioni, di tempo e di orario.
E anche adesso che fa l'alba questa donna e' sveglia per amore, un amore che toglie il sonno e il sorriso. Un amore vero, di una donna che ha dato e da' gratis (anche se le hanno detto quelli saggi che non si fa così). Una donna che non e' mai stata una ragazza furba, entrante e pronta a tutto, di quelle ragazze che ne ce la vogliono fare e non potendo puntare sull'avvenenza puntano sull'allure dell'intellettuale prematura (o prematurata come la super-cazzola).
No, questa donna conosce e pratica un altro amore. Poco importa se ne hai offerto a secchi e badilate a chi non l'ha capito.
Un amore di cui vado fiera e per il quale aspetto un po' di felicita'.
Stasera mi hanno detto che sono una "buona". Non e' la prima volta. Ed e' vero, sono tre volte buona e, come si dice da queste parti... Il finale mettetecelo voi.

La notte e' quasi finita.
In questo abisso di disperazione credo come non mai, che l'unica strada sia quella della speranza.
E come faccio spesso, rubo una frase al poeta Simone Lenzi protagonista stasera anzi, ieri sera ormai,di un indimenticabile e straordinario concerto dei Virginiana Miller "volevo dire una cosa memorabile, ma non mi viene".
Buona domenica.

5 commenti:

  1. ti vedo. in controluce. ed è come toccarti.

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  2. Sonia, scrivi come un tuono che squarcia il silenzio della notte

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  3. Roberta, Simona, vorrei ringraziarvi per come riesco a sentire quello che mi scrivete. Ma e' un grazie che non si dice a parole. Ci vorrebbe almeno un abbraccio.

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