mercoledì 18 luglio 2012

Poi viene la notte / 7

Poi viene la notte in cui metti insieme i pezzi di un puzzle che avevi lasciato incompleto.
E alla fine il quadro si delinea.
Tessera dopo tessera questi moderni mosaici restituiscono immagini precise.
Certo, sono immagini segnate dalle rughe che servono da incastro ai pezzetti di cartone. Il disegno finale così e' preciso, ma "violato".
E vedi tutto.
E vedi i segni. E capisci che quei segni c'erano anche prima.
E capisci che erano proprio nel DNA, in qualche modo necessari.

E' stata un'altra giornata di caldo e di sete.
Di tante parole vuote come gallerie.
Di piccoli grandi dispiaceri.
Però a compensare il fastidio di chi all'improvviso, incontrandoti per strada, ha fatto finta di non vederti, ci sono state due neo mamme che ti hanno mostrato i loro meravigliosi tesori.
Due giovanottini che spalancavano gli occhi su tutta quella vita che passava e su tutto quel caldo pensando a chissà cosa, con un'espressione incerta tra il riso e il pianto.
Come li capisco! Ridere o piangere?

Due belle mamme giustamente orgogliose.
D'altra parte ciascuno mostra il meglio di quello che ha.
E in quei due passeggini, di bellezza ce n'era da restare senza fiato. Altro che girarsi altrove!
Poi è stato tempo pensare al domani di una bellezza un po' più grande. Una corsa in libreria, e ti sei ritrovata a sfogliare, piena di emozione, un'antologia fresca di stampa che parla solo di Iliade, Odissea e Eneide. Chissà se l'investimento fatto in quel libro sarà ripagato con altrettanta emozione.

Non so se stasera avrei preferito esser un giovanottino ancora senza denti a spasso con mamma nel passeggino o una ragazzina in procinto di affrontare il liceo, che volentieri mamma la lascia a casa.
Di certo non avrei mai voluto incarnare i panni scomodi e ridicoli di uno che non saluta per conto terzi, o meglio, per il puro rispetto del palio della "cupola" come diceva ieri l'amico Scansano.

Bah! Meglio giocare con i puzzle che ci restituiscono volti di cartone segnati da rughe artificiali.
Si. Meglio.
Spesso, i volti di cartone sorridono di sorrisi più sinceri e umani di quelli fatti di carne viva.
Non è bello, non è consolatorio ma è già qualcosa.

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