giovedì 19 luglio 2012

RIFLESSIONI 44 / delle sorprese

Le sorprese più straordinarie (nel senso di extra-ordinarie) e inattese (nel senso che era proprio inimmaginabile che arrivassero da lí), te le fanno sempre i cosiddetti "insospettabili".

Gli insospettabili sono quelli che tieni alla larga perché li conosci poco o niente e di conseguenza non hai con loro confidenza, oppure quelli che ti abitano dentro casa perché sono la tua famiglia.

Ora, al momento di una ricorrenza, di un lieto evento, il familiare è lì e spesso ci si trova per un affetto dovuto all'abitudine, alla circostanza. Lo "straniero" che è incuriosito da te invece ti si presenta con l'effetto speciale.

Stessa cosa accade nel cosiddetto "momento del bisogno", bisogno vero, non minchiate eh. Gli affetti? Seeee Addiooooo, minimo c'hannodaffa. Un pochino ti ascoltano poi... Il deserto dei tartari in confronto è più densamente abitato.
E allora vaghi e capita che ti imbatti in facce nuove e può succedere che ti diventano amiche e che sanno dirti cose perfette per te.

Diceva la mia professoressa di fisica: "Poggio e buca fa piano". Non fa una grinza.
La conta di chi conta la si fa quando c'è da contare davvero.
E le cose scorrono come devono scorrere.

Qualche carta buona il mazzo te la passa sempre. Soprattutto se tu hai giocato onestamente, in modo pulito, con verità. Per quanto scomoda sia la verità, e brutta, e antipatica. Poi, puoi anche perdere, ma non è detto che perdere sia sempre una sconfitta. A volte ci rimette di più quello a cui pare di vincere.

La vita nonostante la vita. E' questo il regalo bello, bellissimo che l'esistenza ci fa e che se lo sai cogliere ti riconcilia con tutti. Senza esser bischeri, con le dovute differenze. Riconciliare non significa più farsi calpestare, almeno per me.

E allora sia quel che sia. Sfogatevi pure. Elevatevi al livello più eccelso che potete immaginare. Io resto qui, nel mio basso, con i piedi nella terra e se piove nel fango.

Alla fine se gli sportivi prevedono anche il girone di ritorno ci sarà un perché.
Mi fido.

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