mercoledì 1 giugno 2011

Quando l'amore è confusione (Caesar Palace - Virginiana Miller)

Era bastato che la sua amica si fosse dichiarata confusa in merito ad una storia che stava vivendo e della quale non capiva i contorni che Lui aveva preso a parlare.
E quanto parlava...
Lui, sempre taciturno e silenzioso aveva ascoltato due minuti e - come un vulcano che riprende all'improvviso la sua attività - aveva iniziato a raccontarsi.
L'amica si era zittata, sbalordita. Strabiliata anche dai contenuti del parlare di Lui.

Lui aveva una storia. Aveva lasciato la moglie per Lei. Lei aveva fatto lo stesso.
Vivevano in due città lontane.
Quasi ogni fine settimana Lei veniva da Lui e aveva anche trovato un lavoretto che giustificasse il suo far la spola.
D'altra parte c'erano i figli. E poi nessuno dei due voleva trasferirsi.
A Lei sarebbe piaciuto instaurare una vera convivenza. Lui invece non era affatto convinto. A Lui poteva anche andare bene così, seppure non amasse quella distanza. Si, le sarebbe piaciuto tornare la sera a casa e trovarla, ma la convivenza... no.
E poi accadeva che quando Lei lo raggiungeva passava molto tempo a lavorare, si vedevano poco. E tutti gli amici di Lui ormai erano amici di Lei. Uffa... e soffiava, e sospirava.

"E allora?"chiedeva l'amica, che ascoltando di tanta confusione aveva dimenticato la sua confusione.

E allora ogni tanto la lasciava, poi si vedevano e finivano di nuovo a letto insieme. Ma non era solo il sesso a legarli. Avevano un rapporto intellettuale. E poi Lei aveva un certo non so che. Lei c'era.
Per Lui quella donna era speciale. Sì, Lei andava bene sotto ogni punto di vista...però ripensandoci... no, forse Lui non era del tutto convinto. Forse era il senso del possesso. E poi c'erano i figli quelli di Lei e quelli di Lui. Vabè, erano grandi abbastanza ormai...però insomma non erano una coppia... avevano vite diverse in città diverse. E poi questo fatto che gli amici di Lui ormai erano amici di Lei, proprio non gli andava giù...

Questa loro storia andava avanti da sei anni. E non erano due adolescenti.

Era passata un'oretta e l'amica non stava capendo più: aveva davanti un uomo di quasi 50 anni confuso, che diceva cose confuse, che dava risposte confuse a domande precise.
"Ma tu sei innamorato di Lei?" chiedeva l'amica
"Non lo so... forse lo sono stato"
"Ok, allora Lei ti piace per il sesso?" continuava l'amica
"No, ho anche avuto altre avventure in questi sei anni e devo dirti che anzi...le altre..."
"Allora, diamine cos'è, un'ossessione?" cercava di capire l'amica
"No, o almeno non solo, io la vedo e non riesco a starle lontano. Poi la evito e alla fine ricominciamo. Però io voglio fare la mia vita. La mia ricerca. Troverò qualcuno o starò solo".

L'amica provò a metterlo con le spalle al muro: "ma tu cosa provi per Lei?"
Silenzio.
Poi Lui sospirò e disse: "Non lo so. Lei forse è la donna della mia vita".

La sua amica ci pensò su un bel po'.
"E la donna della tua vita e lasci che se ne vada così, per sfinimento?"
"Beh, è un rischio che so di correre. Ma noi maschi ragioniamo da maschi: siamo indecisi ed egocentrici. Abbiamo paura. Soffriamo di solitudine e facciamo cose sbagliate. So che forse non riesci a capirmi. Cavolo, è complicato. Ma io ci sto male sai?"
"E non sarebbe più semplice starci bene?" chiese l'amica.

Ma forse no. Evidentemente non era così semplice.



Con le altre si, con le altre si che lo farei ma con te mai
devi fermarti poco prima degli spasimi
toccami le scarpe di vitello blu, sei tu sei tu
sei così bella, sei come la mia mamma
cantami la ninna nanna




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