giovedì 9 giugno 2011

*** telefonate di notte

Io amo le telefonate di notte. Perché c'è silenzio e intimità. Perché sei una sorta di confortevole ultimo pensiero che attraversa la testa di qualcuno e viceversa. 
Le amo quando sono rubate a una giornata piena di impegni e arrivano proprio per te o le dedichi proprio a qualcuno. Sono regali.
E se capita che in certi momenti del tuo vivere per mille motivi sei un po' smarrito, impaurito, frastornato, la telefonata di notte ti carezza e ti placa.
Magari giochi, o parli della giornata trascorsa o della fatica che devi fare per far crescere i tuoi figli, quelli in carne ed ossa o quelli - non meno importanti - che son frutto meraviglioso di creatività e ingegno.
Parli dei sacrifici da affrontare e delle solitudini che talvolta ne conseguono. E della vita che sembra mangiare a morsi il tuo tempo. E sei lì che sospiri perché pensi che non stai poi concludendo gran che. E ti sembra di perdere pezzi, occasioni, persone.
E non è vero. Sei in viaggio. Stai andando e questo è ciò che conta.
E c'è dell'altro: se ci pensi bene è notte e tu sei lì a raccontare di un miscuglio che è amore: l'amore per la vita.
Quella che hai, quella che vuoi, quella che costruisci mattone su mattone. Bella o brutta come viene.
E condividi. Come pane da spezzare.

Confesso che tra le mie più grandi paure c'è quella di perdere le telefonate di notte.
Sarebbe una vita molto meno ricca, la mia.

Nessun commento:

Posta un commento