venerdì 17 giugno 2011

RIFLESSIONI / 23 leggendo poesia

Io sono come la lupa, me ne vado sola e rido
dovunque sia, poiché ho una mano
che sa lavorare e un cervello sano


Leggevo questi versi di Alfonsina Storni, un personaggio per mille motivi affascinante e pensavo…
Ci sono anime che si donano totalmente, che si concedono alla felicità e al dolore più estremi.
Ma non per autolesionismo, per voglia di vita.
Sono anime che amano illuse e deluse nella loro speranza di essere capite. Perché sono forti e al contempo fragiliti. Perché sembrano bastar-si in ogni aspetto della loro esistenza ma in realtà, non si bastano mai. Soprattutto nelle emozioni, che hanno necessità di condividere.
E così sono facile preda di amori difficili, vissuti con tenacia e caparbietà. Amori ai quali non si prevede mai un “lieto fine”.
Perché queste anime, sanno ciò che vogliono e sembrano destinate a non trovarlo. Così, rimangono affamate di amore, curiose di vita, torturate da solitudini che fanno a dir poco paura a chi le incontra.
Eppure sono anime orgogliose, che non abbassano lo sguardo. In loro c’è una fierezza che conquista per quanto brilla.
Le vedi, se ne vanno in giro modeste, ma fiere di non dover mai dire grazie. Di non aver mai accettato favori, compromessi. Di aver pietito consapevolmente amore non per debolezza, ma solo per bisogno di amare.
E per queste anime l’amore è purezza e bellezza anche quando non è vissuto “a due”, anche quando è dolore, è privazione, è negazione.
L’amore è meraviglia da difendere con unghie e denti.
Costi quel che costi.
E’ un fatto personale, dove i limiti, i contorni, ciò che è bene ciò che è male, non può stabilirlo nessun altro che chi se lo vive.

Chi é colui che amo? Non lo saprete mai.
Mi scruterete gli occhi per scoprirlo
e non vedrete mai
che il fulgore dell’estasi.
Io lo imprigionerò
perché mai sappiate immaginare

chi ho dentro il mio cuore,
e lì lo cullerò, silenziosamente,
ora dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Vi darò i miei canti, ma non il suo nome.
Lui vive in me come un morto nella sua tomba,
tutto mio,

lontano dalla curiosità, dall’indifferenza, dalla malvagità
Alfonsina Storni


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