martedì 22 marzo 2011

FuoriModaFuoriTempo / 3

Ho fatto sogni agitati e meno male che ho dormito solo 3 ore e mezza.
Ho sognato ex fidanzati che si ripresentavano e ci "riprovavano". Fuori tempo.
Volevano tornare ai giorni che furono. Con tenerezza, malinconia, dolcezza.
Di fatto poi nel sogno, era la parte erotica che aveva contorni più nitidi.
Ora, dato che dormo poco e con fatica, immagino che il sogno nasca da una conversazione notturna dove si rifetteva modello "Berlinguer ti voglio bene" sul tema: "che pole un rapporto non vissuto del tutto, o finito presto, o chiuso in gioventù, riaprirsi al futuro?". "Che pole un rapporto mai vissuto sul serio, avere una possibilità di essere esplorato?"
Procediamo per gradi.
La casistica è infinita. Impossibile riassumere. Metto giù le cose più banali che mi son venute in mente.

A) Un rapporto è stato vissuto anni fa. Due si rincontrano e per una botta di nostalgia si chiedono: "ma io e te, perchè no?"
Così, di istinto, mi verrebbe da pensare che se quei due un dato giorno si sono lasciati, qualche motivo ci sarà pur stato. E quindi perchè no? Perche proprio NO!
Naturale che oggi siamo persone diverse (a meno che non sia avvenuta la sciagura di aver passato il tempo invano), naturale che la nostalgia (non a caso canaglia) ci vorrebbe far tornare giovani a quel tempo ormai finito.
Però i "difetti" (definizione incompleta et impropria che qui comprenderebbe una serie di altre parole) che ci resero insopportabili già allora l'un l'altro, ho come l'idea che siano ancora lì, da qualche parte.
Magari più o meno ammorbiditi dalla vita ma ancora vivi.
E' un guaio, perchè col tempo si tende a ricordare ciò che di bello è stato e a dimenticare ciò che di brutto c'era. E allora uno fantastica, rielabora e si butterebbe pure...
Poi però, appena ti butti, tutto quel brutto sublimato, la realtà te lo ri-sbatte davanti in un frammento, in una frase, in un imprecettibile movimento del corpo, in un atteggiamento.
E lì si affloscia tutto.
Questione di NOSTALGIA

B) Un rapporto è stato immaginato possibile ma mai vissuto.
Ecco: se una storia era in procinto di essere e non è mai sbocciata, anche peggio.
Sai quante masturbazioni nel pensare a come poteva essere (anche perchè non hai esperito la realtà quindi non sai come sarebbe stato davvero) e a come potrebbe magari ancora avere una chance?
Sai quante ore a cantare se io, se lei, se lui, se noi e altrettante inutili amenità?
Però rifletto: la storia non è sbocciata perchè magari anche un banale dettaglio ha ucciso la poesia prima ancora scriverla o leggerla.
E allora, come si può recuperare l'entusiasmo puro e libero di quell'inizio ovvero quando si "vola" leggeri e coglioni nel cielo rosa dell'innamoramento?
Per carità, magari c'è chi riesce, ma per quel che ho provato per me, si tratta di voglia - anche tenace -di rivalsa su un qualcosa che hai immaginato e non è stato come volevi. Alla fine non ti interessa davvero l'altro, anzi, diventa accessorio, strumentale: ti interessa la tua personale lotta con il tuo personalissimo "orgoglio".
Questione di EGO

C) Un rapporto lo vivi con leggerezza ovvero quando c'è senza obiettivi e prospettive.
Se finisce e tutti son felici, viva!
Ma ci sono altre variabili che appaiono quando l'assenza di tutta quella leggerezza diventa un dolorino...
Ogni tanto ti chiedi "e se non fosse più?" (però rimuovi il pensiero e vai tranquillo avanti).
Poi un bel giorno arriva un altro/a e pare una roba da vivere. Si chiude la storia leggera e si parte verso un altro lido.
Si aprono due scenari:
- o te ne vai tu, e lì può accadere che se non funziona con l'altra/o rimpiangi la leggerezza perduta fino a mangiarti i gomiti.
- o se ne va l'altro/a e ti accorgi che quella mancanza è pesante. Alla fine poteva essere anche una storia importante, nella quale investire.  Ti chiedi allora: ma perchè alla fine non ci ho voluto credere? Mi piaceva tutto, che c'era che non andava?
La questione è complessa davvero.
Può essere che in realtà la magagna l'avevi vista ma non te lo sei raccontato. E allora il discorso lo abbiamo già affrontato.
Può succedere che ti senti una nullità perché chi se ne va alla fine ti sbatte davanti la tua superficialità, ovvero il poco peso che avevi dato a quella storia che non avevi mai voluto considerare una storia ma "una parentesi" in attesa di meglio un meglio che non arriva.
Oppure (caso più doloroso come tutte le riflessioni mature), devi prendere atto che quella cosa ti piaceva tanto, non vedevi controindicazioni, ma non avevi il coraggio di lasciarti coinvolgere, di sporcarti le mani e allora preferivi fare come il cane che guarda l'aglio, né lo mangia, né lo fa mangiare.
Poi un bel giorno, il primo che passava, ha fatto fuori il cane (=te) e tu manco puoi leccarti le ferite tanto sei attonito.
Da voler tenere un piede dentro e uno fuori (così che la porta restasse sempre aperta per eventuali fughe), ti trovi sotto un ponte al freddo e al gelo solo solo... e tutto questo perché?
Tocca prendere atto che la paura ti ha precluso un po' di vita. E lì - non ci son versi - bisogna lavorare su se stessi a costo di partire da Edipo fino a scomodare le teorie quantistiche sull'evoluzione.
Questione di INTROSPEZIONE (a anche di palle direi, mica tutti hanno tutto sto' coraggio!)

Insomma, dopo tante parole non so mica se ci ho capito niente.
Spero solo di non continuare a sognare carnalmente i miei ex, o forse si...alla fine eravamo tutti più giovani e belli. E in fatto di eros che anche l'occhio desideri la sua parte è del tutto naturale.

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