martedì 15 marzo 2011

Post-it / 4 amarezza: carte identità, lavatrici e centrifughe

La carta di indentità lavata in lavatrice. 
I dati cancellati, le lettere sbiadite, la foto che mostra il tuo fantasma.
Capitava quando ancora erano di carta rosa, ma adesso sono "elettroniche". 
Non mi è mai successo di infilare in lavatrice una carta di identità elettronica. Forse andrebbe a brandelli. 

Talvolta a brandelli la tua identità ci va lo stesso e non è colpa della lavatrice. 
O meglio, nella lavatrice ci sei dentro tu. E giri, giri, giri senza pausa. Non ti riconosce nessuno, neppure tua madre. Anzi, lei per prima. E tu annaspi senza sapere dove metter le pezze, poi annaspi senza sapere da dove si può riuscire ad uscire. Poi ti arrendi. Altro non sai fare.
E giù giri, giri e giri, e finché son giri...poi, quando pensi sia finita, arriva anche la centrifuga.
E lì non hai più niente da dire o da pensare. 

Ci son momenti nella vita in cui gli eventi che si susseguono funzionano proprio come per la lavatrice: all'inizio imbarchi acqua, poi arriva la schiuma, poi inizi a girare, poi sciacqui e risciacqui, poi centrifughe più o meno leggere. E alla fine via, quella a 1200 giri.

Un giorno è un piccolo contrattempo a metterti di malumore, il giorno dopo è un piccolo tradimento, il giorno dopo cerchi di andare incontro a chi non ti aspetta, il giorno dopo è solitudine, il giorno dopo è violenza, il giorno dopo è cattiveria gratuita e tu lì, incredula, ad aspettare che finisca.
Ci son persone che ti hanno davanti da sempre ma non ti vedono proprio, forse non l'hanno fatto mai e non si rendono conto di chi sei e di cosa può farti male da morire e di cosa potrebbe invece darti vita.
Forse manco gli importa di chi sei e di come stai...basta che tu sia presentabile e molto borghese quando ti guarda "la gente".

Misurano tutto con il loro metro e se non sei come loro, concludono che -semplicemente- sei diverso e in un certo qual modo devi essere "escluso", "ripudiato".
Ti passano sopra e si puliscono i piedi, tanto che tu esista o meno non importa. 
E se ti ribelli guai! Se dici, oh, esisto anch'io si scatena l'inferno.
Diventi un "fastidio" da nascondere, diventi una "vergogna" da sopportare per motivi anagrafici, diventi un "senso di colpa" da dimenticare in tutta fretta. Vorrebbero cancellarti, cambiarti, annientarti. I più buoni vorrebbero non averti sentito parlare, non aver sentito che ti irritavi, non aver mai saputo cose tue.
Eh... son responsabilità in effetti!
E se cerchi una spalla su cui piangere, se ti lamenti allor sì che sei scomoda, sei sbagliata, sei fuori luogo, sei fuori di testa. Una pittima.

"Vattene, devi andartene. Vattene da qui" ti urla la centrifuga. 
E giù centrifuga...senza rispetto.
Già, senza rispetto perchè tu non sei capace di pretenderlo il rispetto.

Eppure sarebbero proprio quelli lì che dovrebbero per primi esserti di supporto.
Le tue radici. La tua identità. 
Mamma mia, che casino. Devi aver sbagliato qualcosa. Che ci fai dentro la lavatrice???
Finisce la centrifuga e hai un mal di testa furibondo: ti chiedi chi sei e non ti riconosci perchè mancano punti di riferimento. Non hai più carta di identità. Non ti somigli più, tante son le lacrime versate, mescolate a sapone, acqua, ammorbidente e napisan. Che è meglio tu sia anche disinfettata che non si sa mai.

E tu soffri, perchè non c'è un'altra parola per dirlo: soffri.
E soffri perchè senti che non è giusto e soprattutto senti che non è giusto che tu non possa fare niente.
Inutile gridare, impossibile agitarsi che di forza non ne hai più. E a nessuno interessa. Ciascuno ha il suo inferno. E tu che vuoi lì a rompere? puoi?
Al massimo ti senti dire: "devi cambiare qualcosa, devi fare qualcosa, devi se non vuoi soffrire più, e devi farlo solo tu da sola"
Ok. Ma spiegatema devi che vuol dire se tu stai gridando che non puoi?

Ti consoli perchè tu sei diversa. A parti invertite ci saresti. E magari muta, solo con le mani, pronta a scaldare, ad abbracciare, a sorridere, a distrarre. Pazienza. Non siamo -per fortuna- tutti uguali.
Però, da stupida e inguaribile ottimista pensi che, dopo la centrifuga, i panni si stendono ad asciugare.
E quando sei lì che non sai se ne uscirai viva e incolume, non sai cosa fare ti aggrappi alla sola speranza che hai. Il tuo sogno. E sogni che la fine può essere un inizio.

E sogni che magari sarai stropicciata e lisa, ma prima o poi potrai stenderti al sole. Scaldarti e asciugarti pure tu. Come un calzino bucato, come un lenzuolo consumato, come un'asciughino rotto.
Come qualchecosa.
Ecchediamine!

E dopo tanta amarezza se c'è qualcuno in ascolto, per favore, mi trovi uno scoglio, un davanzale, un balcone, un filo teso fuori da una finestra dove batta il sole. E mi mandi le coordinate. Magari con un navigatore, anche se frastornata, ci arrivo.

1 commento:

  1. Quando non c'era la lavatrice.

    Quando non c'era la lavatrice si lavava a mano.
    E si,sono nato in una casa popolare di Milano dove i bambini giocavano in cortile mentre le mamme,la mia e poche altre,lavavano in lavatoio e per scelta perchè la lavatrice era lì in cucina seminuova.
    Si mettevano i panni a bagno e mentre il grosso se ne andava da solo loro ciaccolavano poi una passata con il pezzo di sapone di marsiglia una bella risciacquata,una bella strizzata e via subito stesi al sole in giardino,mai quello di mezzogiorno.
    E le macchie? Una passata con il sapone asciutto prima e poi... idem.
    Così bianchi e profumati non li ho più visti.
    Bisognava stare attenti a non sporcarsi,seeee alle 16.00 si scendeva in cortile a giocare,uscivo da casa tutto lindo e profumato e dopo 10 minuti ero nero come un minatore dopo 15 ore di lavoro.
    L'importante era divertirsi e alle macchie chi ci pensava,s'era per me non li avrei neanche messi i vestiti spesso erano solo un'impedimento.
    Quando mia mamma ci vedeva strisciare in terra come serpenti urlava come una pazza ma in fondo era contenta perchè mi vedeva sorridere felice e spensierato.
    Non avevo la carta d'identità ma sapevo benissimo chi ero,"Damiano,6 anni,alla mattina vado a scuola e al pomeriggio dopo le 16.00 scendo in cortile a giocare con gli amici e tutto il resto...che resto???".
    E le macchie??? Ci pensa la mamma.
    Ora che la mamma non c'è più stò un pò più attento alle macchie e se capitano pazienza l'importante è che n'è valga la pena e se mi stò divertendo e se per sbaglio metto i documenti in lavatrice???
    Ancora oggi so benissimo chi sono,Damiano,47 anni,ogni giorno è un giorno di scuola e non ho più un'orario per scendere in cortile a giocare con gli amici lo faccio appena posso si perchè l'importante è di vertirsi e non "devi" fare niente hai già tutto quello che ti serve e non sono sogni è la vita e tutto il resto...che resto???

    Damiano
    P.s. La centrifuga si può anche non usare ma se proprio devi...perchè hai fretta,usala nel senso giusto e vedrai che può anche esser divertente.

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