sabato 12 marzo 2011

RIFLESSIONI/11 nome e cognome

Talvolta ci lamentiamo per quello che non abbiamo. 
Talvolta ascoltiamo qualcuno lamentarsi per qualcosa che non ha.
Poi facciamo i debiti confronti e ci rendiamo conto che nessuno davvero percepisce con chiarezza cosa ha e cosa non ha. Dipende dai momenti, dall'umore, da dove sei e con chi sei.

Magari quello che hai è davvero poco. E' giusto e legittimo aspirare ad avere di più: più affetto, più serenità, più benessere
E' giusto e legittimo lavorare per migliorarsi. 

Però non si parte mai da zero. E questo è un dato che spesso sfugge.
Semmai si parte da soli. Sempre.
Ma di fatto, non è strano. Credo che abbiamo il solo compito di costruire e cercare la nostra felicità e credo che questa deve essere "a nostra misura". 
Ecco allora che nessuno - tranne noi - può sapere dove andare a cercare e come andare a cercare.
E si è soli. Sempre soli, nel bene e nel male.

Poi ci sono i "conforti" i "punti fermi" ovvero quelli che ti vogliono bene: la famiglia, gli amici, gli amori.
Ciascuno con un ruolo. Tutti importanti, ma nessuno indispensabile, nessuno intercambiabile: un compagno non può esserti madre. Una madre non può esserti fratello. E così via.
La nostra vita, passa attraverso gli affetti, ma resta nostra esclusiva responsabilità.
I "punti di riferimento", dal genitore al compagno di vita, dal fratello al figlio, dall'amico all'amante, sono fondamentali aiuti per sapere chi sei e dove vai. Ma se non ci sono o non ci vogliono essere, tu resti tu.

I genitori sono la tua porta per entrare nella vita. La famiglia è la tua identità. Averla accanto è avere la possibilità di essere riconosciuto e amato ma resta vero che tu non sei nessuno di loro
E allora, seppur difficile o doloroso, se la famiglia non ce l'hai, o non ti vuole, o ti viene a mancare, ecco che tu esisti lo stesso. Hai comunque lì le tue radici e non devi rinunciare a cercarle, riconoscerle. 

La gestione della tua vita quotidiana, il costruire un luogo a tua immagine e somiglianza, avere il tuo nido, è avere libertà, indipendenza. Anche questo è prima un lavoro che si fa da soli e per se stessi, poi magari si condivide, con un partner, con un figlio, con gli amici.

Poi il lavoro, il luogo dove forgi la tua personalità. Mamma mia se è difficile. Quanti pezzi da mettere insieme e far girare come gli ingranaggi di un orologio. E com'è facile smarrirsi.
Però necessario.

Da soli, sempre da soli. Anche quando incontri quel qualcuno da amare.
Perchè se sai stare da solo, e starci bene, allora puoi davvero scegliere ed essere libero di amare gratis, ed essere lì perchè tu resti tu e non per il bisogno di compagnia, di avere chi ti accudisce, di avere la famiglia che non hai avuto o peggio di avere qualcuno con cui condividere le spese.

Conosco persone che hanno tante cose e non se ne accorgono. Oppure lo sanno e si infliggono punizioni e si fanno male con inutili sensi di colpa per aver avuto tanto dalla vita e aver magari dato poco.
Conosco persone che hanno avuto così poco che son pronte a prostituirsi per la carezza di uno sconosciuto e diventano schiave del dare e del darsi a caso, e si puniscono addirittura pur di poter raccogliere le briciole di quel che avanza a qualcun altro.
Conosco persone che non pensano affatto a questo tipo di questioni e campano serene, "a prescindere", come direbbe Totò. Per loro mi dispiace un po. Mi sa che sia una sorta di volo interrotto.

Conosco persone (poche a dire il vero) che al di là di quello che hanno avuto e che hanno, sanno di avere loro stessi e di poter per questo condividere pane con chiunque, con leggerezza e gratuità.
Sono molto lontana da quest'ultime imparo: quando le incontro nel mio andare, sono grata, me le tengo vicine. Le ascolto e le guardo nella speranza di crescere e trovare prima o poi quello che sono.

A dire il vero sono grata a tutti coloro che si lasciano conoscere e mi dicono di sè, perché per me ogni volta è spunto di riflessione il confrontarmi.

E tutte questei pensieri, anche se nella mia testa son molto chiare e lineari, e hanno nome e cognome, nella mia vita quotidiana sono obiettivi spesso confusi e lontani.
Ci litigo, ci combatto, talvolta perdo e mi perdo, altre volte sento di dominarli ma ancora cammino nella nebbia.
Però, cammino. E non è poco. 
Prima o poi avrò nome e cognome anche io.



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