martedì 8 marzo 2011

Quando l'amore è un compleanno (Viso di primavera - Piero Ciampi)

Non era mai successo prima.
Quel giorno l’interflora le consegnò un enorme mazzo di fiori: 13 rose rosse, 13 rametti di mimosa, 13 papaveri e un girasole. La somma faceva 40, come i suoi anni. E il biglietto lo spiegava, spiegava tutto: “ti amo, sei bellissima”.
Poi arrivò un’altra busta con dentro un biglietto aereo aperto. Destinazione Praga o Lisbona, dove Lei non era mai stata e dove da sempre desiderava andare.
Lui le scriveva: “decidi tu, quando e dove. ti amo, sei bellissima”.
 

Era spiazzata: Lui era innamorato davvero tanto e Lei non ci credeva affatto. Non ci aveva mai creduto, forse per quei 14 anni di differenza. Forse perché era già abbastanza disillusa. Forse perché era certa che Lui, smaltita la cotta, se ne andasse lasciandole il cuore a pezzi.

E il suo cuore era già stato abbastanza frantumato, calpestato, deriso.
E Lui, che lo sapeva, la chiamava “viso di primavera”.
Ogni sera la salutava dicendo: “qualcuno è qui che t’ama mattina e sera. cerca di dormire serena”.

Ce la metteva tutta, parole, poesie, canzoni, sorprese, ma Lei non ci riusciva a credere davvero.
Perché poi Lui, così giovane e carino, doveva volere proprio Lei?

Eppure Lui l’aveva voluta dal primo momento che l’aveva vista. “Oggi ho conosciuto la donna più bella che io abbia mai incontrato”, aveva scritto agli amici.

Vivevano lontani, però trovavano il modo di frequentarsi. E ogni volta Lei se ne tornava a casa sua incredula e lusingata. Nessuno l'aveva trattata così bene. E Lei pensava di non meritarselo alla fine.

Anche per questo Lei non ci credeva proprio che quella storia potesse andare da qualche parte. E Lui aveva passato mesi a scriverle “ti prego, credi al mio amore. sei bellissima, ti amo”.

Così quel compleanno per Lei fu speciale. Mai nessuno l’aveva stupita così tanto.
E poi Lei non aveva mai festeggiato i suoi compleanni. Sin da piccola. In genere le veniva la malinconia quel giorno. E infatti lo viveva come un giorno uguale agli altri.

Ma quel compleanno fu speciale. Fosse solo per come era stato concepito quel mazzo stupendo di fiori.
Il girasole era lì al centro perché “tu sei il mio sole –aveva detto lui – ti amo, sei bellissima

Ma Lei non ebbe mai il coraggio di crederci davvero.

E così quel compleanno fu speciale e indimenticabile soprattutto per la sua stupidità.
Era grande, quasi vecchia ormai, ma non sapeva che bisognava avere il coraggio di vivere i sentimenti. Anzi, ne aveva paura.
Era capacissima di dare fino a darsi via, ma non sapeva proprio prendere. Non sapeva come trattare chi le mostrava tanto rispetto.
Non aveva imparato che la bellezza va goduta finché c’è.

Pagò duramente il prezzo di quella lezione costosissima.

Le riuscì un capolavoro assoluto: frantumare il cuore di Lui e poi disintegrare il suo.

Si persero per sempre. E Lui rimase per sempre arrabbiato con Lei. La cancellò.
E questo forse la dice lunga sul fatto che quell’amore non era poi così amore.
Ma chi può davvero dire cosa sia amore soprattutto se non vive un sentimento fino in fondo?

Nessuno usò mai quel biglietto aereo.
Quella per Lei fu una specie di ultima possibilità che andò perduta. Un viaggio mai fatto. Mai vissuto, appunto.
Sì, quel viaggio non fu fatto mai. E non solo quello per Praga o Lisbona.
Quel viaggio: quel viaggio lì, alla scoperta dell'ignoto di un amore che arriva gratis al punto di far paura e alla scoperta del saper prendere con gratitudine senza sentirsi in obbligo di ripagare.

Le restò una foto di quel mazzo di fiori, e il biglietto: "ti amo. sei bellissima".

E da allora nessuno più le disse o le scrisse “ti amo. sei bellissima”.
E lei smise definitivamente di aspettare che un tale miracolo potesse di nuovo accadere.





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