martedì 8 marzo 2011

***il mio babbino caro

Tra il 7 e l'8 marzo, da sempre, mio babbo fa apparire un enorme mazzo di mimosa. Senza dire una parola arriva il profumo dall'ingresso fin dentro casa. E' sempre andato a procurarsela e da qualche anno la prende dall'albero (perché è un albero enorme) del suo piccolo giardino. Quell'albero è lì soprattutto per me. Lui sa, perchè me lo avrà sentito dire mille volte, che di tutti i fiori amo la mimosa, i papaveri e le rose. Lui lo sa, ma non lo dice. Non dice niente. Non ha mai detto niente. Ma quell'enorme mazzo che adesso sta lì per le nipoti, la nuora, la moglie in realtà non è per la ricorrenza della festa della donna. E' lì soprattutto per me. 
E' vero, adesso ci sono tante femmine nella sua famiglia, ma lui non festeggia tanto le sue donne, lui festeggia me, che sono nata il 9 marzo. E così usa il pretesto collettivo per non vergognarsi.
Diciamo che la vicinanza delle date lo ha sempre tolto dall'imbarazzo: lui è così disarmatamente tenero che non sa dirmi più "tanti auguri" da quando son diventata ragazza. Come si vergognasse. E forse si vergogna davvero.
Ecco allora che arriva la mia mimosa. Tutte le donne di famiglia son contente ma io di più: e infatti il 9, vado da lui e gli chiedo un bacio. So di metterlo in imbarazzo. Ma non ci rinuncio mai. E dopo un bel po' di mazzi di mimosa, non essendo più bambina, penso che gli uomini timidi sono così contraddittori che fanno tenerezza. Però che bello il mio babbino!
E mi tornano in mente i due brani musicali che quando ero piccola e ancora riusciva a non vergognarsi mi cantava... e con la lirica se la cavava davvero bene! Il napoletano non lo sapeva e non lo sa...ma il ritornello era tutto per me! E come ridevo...
Ora lo fa talvolta con le nipotine, ma io so di essere per sempre la sua "braciolina pallida" e per sempre resterò la sua "pallina".



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